Francesco Paolo Frontini (Catania, 6 agosto 1860 – Catania, 26 luglio 1939) è stato un compositore, musicologo e direttore d'orchestra italiano.

«Bisogna far conoscere interamente la vera, la grande anima della nostra terra.
La responsabilità maggiore di questa missione dobbiamo sentirla noi musicisti perchè soltanto nella musica e nel canto noi siciliani sappiamo stemperare il nostro vero sentimento. Ricordatelo». F.P. Frontini

Dedicato al mio bisnonno F. P. Frontini, Maestro di vita. Pietro Rizzo
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giovedì 9 febbraio 2012

Leopoldo Marenco, un librettista dimenticato - Scena Illustrata del 1899

Leopoldo Marenco (Ceva, 11 agosto 1831 – Milano, 30 aprile 1899) è stato un drammaturgo, poeta e librettista italiano.
Scena Illustrata 1899 - collezione F. P. Frontini
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Leopoldo Paolo Marenco nasce il 1º novembre 1831 a Ceva. Figlio del drammaturgo Carlo Marenco, come suo padre lavora per il Dipartimento del Tesoro dell'allora Regno di Sardegna.
Nel 1860 diventa professore di Letteratura latina a Bologna e successivamente a Milano, e nel 1871 si ritirò a Torino.
I versi, scritti dopo il 1860, sono più notevoli per le loro qualità liriche da quelli drammatici. Si ricorda CelesteTempeste alpinoMarcellinaIl Falconiere di Pietra ArdenaAdelasia La FamigliaCarmela Piccarda DonatiSaffoRosalinda, ecc. I soggetti sono sia contemporanei allo scrittore, sia ispirati alla storia medievale.
       ORA tutti filosofeggiano — ora che Leopoldo Marenco è morto. Ora tutti trovano che non valeva la pena di aver lavorato, per quarant'anni, all'ingrato compito di commuovere quel grande e gelido macigno che è il pubblico — per morirsene fra la completa indifferenza ed il disdegno del pubblico stesso. Ora tutti dimostrano come all'autore di 67 produzioni drammatiche — di cui 59 rappresentate — non dovesse esser serbata la miseria a compenso ultimo, degli ultimi anni e degli ultimi malori. Ora tutti proclamano che a chi fu da Natura creato Poeta e dal patrio Governo professore e cavaliere, doveva esser serbata — almeno ! — la decenza di una vecchiaia tranquilla e la tranquillità di un funerale decente.
Questo, ora, trovano.. tutti — ora che Leopoldo Marenco è morto. Il che non toglie che a lui, anima appassionata e nobile e schietta, sien state profuse tutte le amaritudini dell'o blio, tutte le angoscie della povertà, tutti gli aculei della critica più devastatrice. Su qual scena, ormai, si rivedono Celeste ed il Falconiere e Giorgio Gandi ? Quale è quella compagnia, che si degna esumare e rispolverare quelle, di ieri e già vetustissime, produzioni? Il gusto del pubblico ruota al pari di un mulinello ed insieme ruota il ciuffo della dea Fortuna: ed è perciò che Marenco vegetava da un pezzo, non più intento a compilar versi sonori, sì bene a sbrogliare l'arduo problema del pane quotidiano. E questo perchè in Italia imperversa il vilipendio e sovraneggia l'ingratitudine. Onde si vede lo spettacolo miserando di un uomo, ieri levato alle stelle, prostrato oggi nel fango. E si vede un commediografo, un poeta dianzi proclamato inarrivabile e sublime, piegato a un tratto sotto il peso della trascuratezza e della dimenticanza generale.
Pailleron, d'Ennery lasciano milioni — nè l'uno nè l'altro ebbe anima od ingegno superiori al Marenco — nè di questo nè di quello il bagaglio artistico fu più aureo del bagaglio dell'autore italiano. Ma tant' è. Occorre al successo l'audacia, l'orgoglio, la boria, la prepotenza — più che non occorrano l'ingegno e la rettitudine e la modestia. Ed il povero Marenco possedeva le virtù nocive, scambio dei benefici difetti. E cosi è morto, già morto da anni alla vita dell'arte, della gloria e del tornaconto.
Noi, che l'abbiamo avuto buono, cortese e solerte collaboratore, ne deploriamo la perdita — piacendoci al tempo stesso fermare qui, in queste  colonne, oltre le sue nobili  sembianze, il biasimo per la sua fine, così miseramente desolata.        
 SCENA ILLUSTRATA 15/5/1899


              Scena illustrata - Un'ora d'amore - 1.1.1899

Opere (parziale)


Leopoldo Marenco, ca. 1870.
  • Celeste: idillio campestre in quattro atti/ Milano: C. Barbini, 1868
  • Ginevra degli Amier: scene melodrammatiche; musica di Ernesto Tagliabue allievo del Regio Conservatorio di Musica in Milano, 1867-68 Milano: Tipografia Reale.
  • Giorgio Gandi: bozzetto marinaresco in quattro atti in versi/ Milano: C. Barbini, 1868
  • Un malo esempio in famiglia: commedia in quattro atti/ Milano: C. Barbini, 1868
  • Marcellina: dramma in tre atti in versi/ Milano: C. Barbini, 1868
  • Piccarda Donati: tragedia in cinque atti/ Milano: C. Barbini, 1868
  • Saffo: tragedia in cinque atti: Milano: C. Barbini, 1868
  • Speronella: tragedia in cinque giornate/ Milano: C. Barbini, 1868
  • Tecla: dramma in cinque atti in prosa/ Milano: C. Barbini, 1868
  • Lo spiritismo: commedia in quattro atti in prosa/ Milano: C. Barbini, 1869
  • Celeste: idillio campestre in quattro atti in versi di Lepoldo Marenco. Seconda edizione/ Milano: Barbini, 1870
  • Dammi un'ora d'amor!: musica di S. Auteri Manzocchi/ Milano: F. Lucca, [187.]
  • Il ghiacciajo di Monte Bianco: bozzetto alpino in quattro atti/ Milano: C. Barbini, 1870
  • Letture ed esempi: commedia in quattro atti ed un prologo/ Milano: C. Barbini, 1870
  • Il falconiere di Pietra Ardena: dramma in versi in tre atti ed un prologo/ Milano: C. Barbini, 1871
  • Marcellina: dramma in tre atti in versi/ Milano: C. Barbini, 1871
  • Raffaello Sanzio: dramma in quattro atti ed in versi/ Milano: C. Barbini, 1873
  • Re Manfredi: tragedia lirica in tre atti; musica di Achille Montuoro /Milano: Carlo Barbini, 1873
  • Tecla: dramma in cinque atti in prosa/ Milano: C. Barbini, 1873
  • Arimanna: dramma in quattro atti in versi/ Milano: C. Barbini, 1874
  • Matelda: tragedia lirica in quattro atti; musica di Antonio Scontrino/ Milano: F. Lucca, 1874
  • Corrado: dramma in quattro atti in versi/ Milano: C. Barbini, 1875
  • Deserto: commedia in versi in quattro atti ed un prologo/ Milano: C. Barbini, 1875
  • I figli d'Aleramo: dramma in quattro atti in versi/ Leopoldo Marenco /Milano: Barbini, 1875
  • Gli amori del nonno: commedia in tre atti in prosa/ Milano: C. Barbini, 1876
  • Supplizio di Tantalo: commedia in quattro atti/ Milano: C. Barbini, 1876
  • Trappole d'oro: commedia in due atti/ Milano: C. Barbini, 1876
  • Il conte Glauco: dramma in quattro atti ed un prologo in versi/ Milano: C. Barbini, 1877
  • Quel che nostro non è: commedia in quattro atti ed in prosa /Milano: C. Barbini, 1877
  • Un'Aurea plaga: romanza per tenore o mezzo Soprano; musica di Nicolo Massa /Milano: F. Lucca, dep. 1878
  • Edvige: Melodia in chiave di Sol con accompagnamento di pianoforte/ Musica di Antonio Scontrino/ Milano: F. Lucca, dep.1878
  • Letture ed esempi: commedia in quattro atti ed un prologo/ Milano: C. Barbini, 1878
  • Povera rondinella: Melodia in chiave di Sol con accompagnamento di Pianoforte; musica di Antonio Scontrino/ Milano: F. Lucca, dep.1878
  • Speroni d'oro: dramma in tre atti ed un prologo/ Milano: Barbini, 1878
  • Valentina: commedia in quattro atti ed un prologo/ Milano: C. Barbini, 1878
  • Matelda: Tragedia Lirica/ musica di Antonio Scontrino /Milano: LUCCA F., 1879
  • La scommessa di Riccardo: commedia in tre atti/ Milano: C. Barbini, 1879
  • Tramonti: dramma in versi in tre atti ed un prologo/ Milano: C. Barbini, 1879
  • Saffo: tragedia in cinque atti/ Milano: C. Barbini, 1880
  • Silvana: commedia in tre atti in prosa/ Milano: C. Barbini, 1880
  • L'hanno tutte, mamma, il suo babbo: commedia in due atti/ Milano: C. Barbini, 1881
  • Mastr'Antonio: dramma campestre in quattro atti in versi/ Milano: C. Barbini, 1881
  • Guai dell'assenza: Commedia in quattro atti/ Milano: Barbini, 1882
  • Bice: dramma in due atti in versi /Milano: C. Barbini, 1883
  • Don Ambrogio: bozzetto drammatico in versi sciolti e in quattro atti/ Milano: C. Barbini, 1883
  • Gemma ha dei segreti: commedia in tre atti in prosa/ Milano: C. Barbini, 1883
  • Matassa arruffata: commedia in tre atti in prosa/ Milano: Carlo Barbini, 1884
  • Marcellina: dramma in tre atti in versi/ Milano: C.Barbini, 1885
  • Una fortunata imprudenza: commedia in due atti / Milano: C. Barbini, 1885
  • Mio marito: commedia in tre atti in prosa/ Milano: C. Barbini, 1885
  • Valeria: dramma in un prologo e quattro atti/ Milano: C. Barbini, 1885
  • Sotto la pergola: bozzetto in un atto in versi/ Milano: Barbini, 1886
  • I caduti a Dogali e le vittime del terremoto in Liguria: Genova: Tip. dell'istituto Sordomuti, 1887
  • L' infinito: Per Voce di Tenore, con accompagnamento d'archi, flauti e pianoforte; musica da Pietro Platania
  • Sull'alba!: musica di A. Tessarin/ Milano: G. Ricordi e C., t.s. 1892
  • Il Falconiere: Dramma lirico in tre atti, ridotto da P. Mobilia e A. Tomaselli. Musica di Francesco Paolo Frontini /Milano-Torino: Stab. Art. Musicale Arturo De Marchi Edit., 1896
  • L' arlesiana: Opera in quattro atti. Musica di Francesco Cilea /Milano: Tip. Della Soc. Edit. Sonzogno, 1897
  • Dammi...: musica di Vincenzo Valente /Firenze: G. Venturini
  • Fatalità: in 2 atti; musica di Francesco Paolo Frontini (1900)
  • Nel tempo di una volta: musica di Francesco Paolo Frontini (1905)
                  Scena illustrata - Sera !-1.2.1899  
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Dalla cronaca del 1846.


Carlo Marenco lasciò  alla sua morte 5 figli tutti ancora in corso di studii. 


Il secondo per nome Leopoldo batte le orme gloriose del genitore ed è già salito in bella fama di tragico scrittore. Compose pel Teatro Carignano, l'Isabella Orsini, che riscosse gli applausi dei colti Torinesi, il Fra Jacopo Bussolari, non meno applaudito dell'Isabella, e la Piccarda Donati che riportò il premio su quante altre tragedie furono esposte alla società filodrammatica di quella capitale. La Ristori prima attrice dei nostri tempi incoraggia con suoi consigli questo giovane scrittore; l'ebbe a suo compagno in Parigi all'epoca dell'esposizione, che fu per Essa un continuo trionfo, e dove meritò una visita in gran tenuta dallo stesso Imperatore Luigi Napoleone, che ebbe a dire che l'Imperatore dei Francesi doveva far una visita all'imperatrice dell'arte drammatica. Di commissione di questa grande attrice scrisse il Leopoldo Marenco la Saffo che deve andar in scena a Madrid e quindi a Pietroborgo fra pochi mesi e colla Ristori dovrà trovarsi presente l'autore.(*)
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IL Falconiere
Opera in tre Atti
Catania, 1899
Libretto
LEOPOLDO MARENCO
Musica
FRANCESCO PAOLO FRONTINI
 





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Il Falconiere è significativo perchè in certo senso inaugura un filone melodrammaturgico che, sulla scorta di una voga letteraria, si compiace di ambientazioni medievali (più tardi verranno alla luce «Isabeau» e «Parisina» di Pietro Mascagni, «L'amore dei tre re» di Italo Montemezzi, «Francesca da Rimini» di Riccardo Zandonai)
"Sogno di Ottone" - atto 3°

Spera, dilegua, il dubbio
rasciuga le tue ciglia
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Francesco Paolo Frontini fu tra i pochi musicisti, oltre a Giovanni Simone Mayr (nom de guerre Aristotile), ad essersi ispirati alla leggenda di Adelasia e Aleramo.



Musicò Aleramo, mai rappresentata, e il Falconiere, che ha per soggetto ancora Adelasia e Aleramo ed è tratto dal libretto omonimo di Leopoldo Marenco (messo in musica nel 1878 da Tommaso Benvenuti)


Il lavoro doveva esser rappresentato al Teatro Comunale di Ferrara nel gennaio del 1897, ma per motivi di censura così non avvenne e l'opera andò in scena nel 1899 a Catania. 
   


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Bibliografia 
Dizionario universale dei musicisti, ed. Sonzogno 1929
Scena Illustrata, edizioni del 1899

* ho scritto questa biografia per wikipedia.





giovedì 30 dicembre 2010

La poesia di Giovanni Meli in musica, da Eco della Sicilia - 1883

Giovanni Meli (Palermo6 marzo 1740 – Palermo20 dicembre 1815) è stato un poeta e drammaturgo.



Dimmi, dimmi, apuzza nica
Unni vai cussì matinu?
Nun c'è cima chi arrussica
Di lu munti a nui vicinu:
 
Trema ancora, ancora luci
La ruggiada 'ntra li prati,
Dun'accura nun ti arruci
L'ali d'oru dilicati!

Li ciuriddi durmigghiusi
'Ntra li virdi soi buttuni
Stannu ancora stritti e chiusi
Cu li testi a pinnuluni.
 
Ma l'aluzza s'affatica!
Ma tu voli e fai caminu!
Dimmi, dimmi, apuzza nica,
Unni vai cussì matinu?
 
Cerchi meli? E s'iddu è chissu
Chiudi l'ali e 'un ti straccari,
Ti lu 'nsignu un locu fissu
Unn'hai sempri chi sucari
 
Lu canusci lu miu amuri,
Nici mia di l'occhi beddi?
'Ntra ddi labbra c'è un sapuri,
'Na ducizza chi mai speddi
 
'Ntra lu labbru culuritu
Di lu caru amatu beni
C'è lu meli chiù squisitu...
Suca, sucalu, ca veni.
 
Ddà ci misi lu Piaciri
Lu sò nidu 'ncilippatu
Pri adiscari, pri rapiri
Ogni cori dilicatu.
 
A lu munnu 'un si pò dari
Una sorti chiù felici,
Chi vasari, chi sucari
Li labbruzzi a la mia Nici.




"Lu Labbru",da Eco della sicilia - Cinquanta Canti popolari siciliani con interpretazione italiana raccolti e trascritti, Ricordi - Milano - 1883.
parole di Giovanni Meli, musica trascritta di Frontini.
http://frontini.altervista.org/canti_...

Lettera del 1/01/1894 a F. P. Frontini
« Tra gli artisti e compositori dell'Isola voi siete,
« se non il solo, uno dei pochissimi che comprendono la
« bellezza e la grazia delle melodie del popolo. Pur com-
« ponendone di belle e di graziose, Voi sapete apprezza-
« re queste vaghe e dolci reliquie d'un passato che non
« ebbe storia, e serbate a durevole monumento, delle
« note piene di sentimento squisito e di candore vergi-
« nale. Altri non penserà neppure a ringraziarvi dell'ope-
« ra patriottica da voi compiuta; io Vi ammiro ». Parole, sentite e quasi solenni.
Giuseppe Pitrè

Voce di Rosalba Sinesio


"La vucca",da Eco della sicilia - Cinquanta Canti popolari siciliani con interpretazione italiana raccolti e trascritti, Ricordi - Milano - 1883.
parole di Giovanni Meli, musica di Frontini, voce di Cinzia Caminiti, madolini di Paolo Capodanno e Gianni Nicotra, chitarre di Michele gagliano e Massimo Genovese 


La Vucca
Ssi capiddi e biundi trizzi
sù jardini di biddizzi,
cussì vaghi, cussì rari,
chi li pari nun ci sù.

Ma la vucca cu li fini
soi dintuzzi alabastrini,
trizzi d'oru, chi abbagghiati,
perdonati, è bedda chiù.

Nun lu negu, amati gigghia,
siti beddi a meravigghia;
siti beddi a signu tali
chi l'uguali nun ci sù. 

Ma la vucca 'nzuccarata
quannu parra, quannu ciata,
gigghia beddi, gigghia amati,
perdonati, è bedda chiù.

Occhi, in vui fa pompa Amuri
di l'immensu so valuri,
vostri moti, vostri sguardi
ciammi e dardi d'iddu sù. 

Ma la vucca, quannu duci
s'apri, e modula la vuci,
occhi... Ah vui mi taliati!...
Pirdunati, 'un parru chiù.





A Nici! poesia dell'Abate G. Meli trascrizione di F. P. Frontini

O bedda  Nici, 
Scuma  di zuccaru,
E chi ti fici 
Ca'un m'ami cchiù?
Nun cc'è jurnata 
Chi'un si 'ncagna
.Chi sorti rètica 
La mia chi fu !

Chi ti nni veni, 
Bedda, ad amarimi? 
Vogghimi beni; 
Chi custa un sì !
Gnocu - gnucannu 
Vai rifriddannu; 
Santu dipantàni ! 
Dimmi pirchi?

M'ài pr'importunu; 
Pirchì lu saturu 
A lu dijunu 
Fidi 'un cci dà.
Lassati amari, 
Biddizzi rari; 
Via cumpatemuni 
Pri carità!

'Ntra ssi labruzzi 
Cc'è l'incantisimu, 
Dintra ss'ucchiuzzi 
Cc'è un non so chì,
'N 'amuri- duci 
Chi s'introduci, 
E manna'mpasimu 
L'alma a ddì-ddì.

Pri qnantu aduru 
Ss-ucchiuzzi amabili, 
Bedda, ti juru, 
Chi'un pozzu cchiù.
Si tu'un ti muti, 
Si tu'un m'ajuti, 
Io moru e causa 
Nni sarai tu.