Francesco Paolo Frontini (Catania, 6 agosto 1860 – Catania, 26 luglio 1939) è stato un compositore, musicologo e direttore d'orchestra italiano.

«Bisogna far conoscere interamente la vera, la grande anima della nostra terra.
La responsabilità maggiore di questa missione dobbiamo sentirla noi musicisti perchè soltanto nella musica e nel canto noi siciliani sappiamo stemperare il nostro vero sentimento. Ricordatelo». F.P. Frontini

Dedicato al mio bisnonno F. P. Frontini, Maestro di vita. Pietro Rizzo

mercoledì 29 settembre 2010

Ecco cos'è Frontini per gli attuali eruditi e gli amministratori di Catania

Una colonna vuota o meglio, il nulla
Nel 1939 con F. P. Frontini scompariva l'ultimo ramo di quel vecchio tronco catanese dal quale erano nati Verga, Rapisardi, Gandolfo…
-----------------------------------------------------------
Immaginate un nobile salotto milanese del 1883, in una di quelle belle serate, in cui signore eleganti e artisti e poeti disputavano d'arte, di letteratura e d'amore, dove, il già famoso “Vate” ( Mario Rapisardi ), Luigi Capuana, Francesco Paolo Frontini, Federico De Roberto, Giovanni Alfredo Cesareo mescolati con gli altri a conversare, a scherzare e a discutere, fermarono i criteri di poesia, per i quali i Siciliani a tutt'oggi conservano quel carattere proprio, originale e potente. 

Fu allora dibattuto ed affermato l'avvenire del poema scientifico e della lirica, che, mettendo da parte il vuoto lusso delle descrizioni e le morbose efflorescenze dell'alessandrinismo, cantò dell'uomo forte, dell'uomo prudente e dell'uomo dominatore. In pochi anni i destini di questi giovani artisti si separarono, per poi ritrovarsi, in avanzata età, nella loro amata Sicilia. Moltissimi furono gli elogi che essi ricevettero dai più importanti esponenti della cultura  italiana ed europea, ma la fortuna non fu a loro propizia; anzi per M. Rapisardi e per F. P. Frontini, c'è da pensare che furono vittime di una vera e propria congiura, quella del silenzio, dell'invidia, dell'industrialismo settario, regionale e sfruttatore che hanno calpestato le migliori glorie del genio siciliano. 

Fu così che il ”Poeta” tanto stimato sia da Victor Hugo, che a lui testualmente disse : “J'ai lu, monsieur, votre noble pòeme. Vous ètes un prècurseur…….”, sia da Garibaldi, che scrivendo al Rapisardi affermò : “ Ho divorato il vostro Lucifero. L' Opera grande! Voi avete scalzato l'idolo di tanti secoli e vi avete sostituito il vero. Se la metà degli italiani potessero leggerlo e comprenderlo, l'Italia avrebbe raggiunto il suo terzo periodo d'incivilimento umano……….”, venne attaccato senza una fondata giustificazione da Benedetto Croce e dagli amici del Carducci.

Stessa sorte spettò al Musicista Frontini, che nonostante artisti come  J. Massenet  gli scrivessero: ho letto le vostre composizioni e vi dico con gran piacere la bellezza che v' ho ritrovato. Quella musica m'ha fatto desiderare di confidarvi le mie impressioni. Invidio le vostre opere e voi scrivete in una lingua musicale che io amo!”, ancora E. Zola: “Votre mèlodie est charmante et d'un caractère èlevé” e G. Pitrè “ Tra gli artisti e compositori dell'isola, Voi siete, se non il solo, uno dei pochissimi che comprendono la bellezza e la grazia delle melodie del popolo…”. venne snobbato da quei critici del settore che peraltro furono capaci, in malafede, di mettere in cattiva luce la  Malìa”

I due artisti, niente potettero contro la camorra dei critici, dei politici, dei cattedratici , e ancor più grande fu il nocumento che ne derivò dopo la loro morte, posto che furono dimenticati anche dalla  loro amatissima Catania.

Del Rapisardi le ultime ristampe risalgono ai primi del 900, mentre del Frontini solo qualcuno ricorda vagamente la “Malìa”, rappresentata un'ultima volta nel 1957 al Teatro Massimo Bellini, per volontà del Pastura.  Significativa , a tal proposito, è una delle poche confessioni del Frontini, che vi lascio in ricordo : 

" Morirò con una spina nel cuore, chi non mi conosce crederà che io non abbia saputo scrivere altro che "Il piccolo montanaro" e la "Serenata Araba
-------------------------------------
Ripeto questo scritto significativo per ieri ed oggi, i Due sono totalmente dimenticati, insieme al resto.
Catania è solo Vincenzo Bellini, anche la lapide stanno raschiando per trovare..?, dopo di lui il deserto. (forse per comodità?)

sabato 25 settembre 2010

Inaugurazione in pompa magna del Giardino Bellini, ma il busto di Frontini dov'è?




La vita artistica di Frontini non è stata mai facile, tutti i riconoscimenti ottenuti, li ha strappati con le unghie e con i denti. Adesso avviene un altro intoppo, dopo 20 anni, ancora, non è stato ripristinato il busto del compositore Francesco Paolo Frontini, al viale degli uomini illustri del Giardino Bellini di Catania. Posso capire che il mondo della musica e dell'arte, composto di maestri sotto pagati e sfiduciati, non ricordi la Sua musica, ma un'Amministrazione Comunale non può tralasciare una mancanza così evidente.
Catania, 25/09/2010



 Vedi anche qui

mercoledì 22 settembre 2010

Serenata Araba, musica orientale dedicata a Jules Massenet

Serenata Araba Conosciuta anche con il titolo: Orientale
Parole di: Calcedonio Reina Musica di: Francesco Paolo Frontini - 1898


Nell' ore de' sogni ti miro
Amore, celeste tesor,
Vagare pel ciel di zaffiro
Su nube di porpora e d'or.

Fuor della sua tenda rapito
Ti guarda e si umilia il Re,
Le palme che ombreggiano il lito,
Apsara, s' inchinano a te.

Ariman che intorno t' aleggia
Con te verrà forse a dormir;
Già varchi del sole la reggia,
Io vado geloso a morir.

C. REINA


Paris, 12 frèvier 1900
Mon cher confrère,
Je rentre à Paris et je trouve le cahier de vos mélodies !... Non soulement je suis ravi de leur sentiment et de leur Musicalitè sì interessante, mais tellement honorè de la dédicace !... A vous, à votre ville, à votre pays, de coeur.
- In occasione dell'Orientale, dedicata a J. Massenet -






Della "Serenata araba", il 6 luglio 1953, Domenico Danzuso scriveva «che essa rappresenta un gioiello di impareggiabile valore e dimostra la genialità di un artista, il quale, pur non conoscendo l'Oriente, ne seppe rendere appieno lo spirito, scrivendo la più bella musica araba ». 


E Ferdinando Caioli, nel « Giornale d'Italia » del 26 agosto 1939. « Quante fanciulle non sospirarono, quante non trattennero i singhiozzi ascoltando delle composizioni orientali come Sérénade arabe o Barcarolle o Danza orientale ».