Francesco Paolo Frontini (Catania, 6 agosto 1860 – Catania, 26 luglio 1939) è stato un compositore, musicologo e direttore d'orchestra italiano.

«Bisogna far conoscere interamente la vera, la grande anima della nostra terra.
La responsabilità maggiore di questa missione dobbiamo sentirla noi musicisti perchè soltanto nella musica e nel canto noi siciliani sappiamo stemperare il nostro vero sentimento. Ricordatelo». F.P. Frontini

Dedicato al mio bisnonno F. P. Frontini, Maestro di vita. Pietro Rizzo

martedì 8 novembre 2011

Bibliografia di Federico De Roberto (1879/1955)



1879
1     L'eruzione dell'Etna (ebbe inizio il 26 maggio ma fu preceduta da una serie di terremoti, specialmente gravi a Mineo il 4 ottobre e il 19 novembre 1878). « La rassegna settimanale »,  Firenze,  15 giugno  1879.
2     Il passaggio del nord-est.   Spedizione antartica svedese. « Rivista Europea »,  Firenze,   1° novembre  1879.
3     L'oceano Artico  e i commerci della Siberia.
« Rivista   Europea»,   Firenze,   1°  dicembre   1879.
1880
4    L'osservatorio etneo (con due piante). «L'esploratore» anno IV fasc. 4, Milano, febbraio 1880.
1881
Su «Don Chisciotte», pubblicato a Catania dall'Editore N.  Giannotta dal 13 febbraio  1881.
5     Cardenio, Ricordi di un giornalista. I «L'inventore», (N. 14 del 15 maggio).
6     Cardenio, Rapisardi e Carducci, (N.   18 del 12 giugno).
7     Cardenio, Cinque duelli. Tribolazioni giornalistiche,  (N.  28 del 21 agosto).
8   Cardenio,  Solite  storie  (tre racconti di Sem.)  Catania Tip.   Bellini,   (N.   45
del 18 dicembre).
9     Cardenio,  Giobbe, (N. 46 del 25 dicembre).
10    Giosuè Carducci e Mario Rapisardi - Polemiche, con prefazione di F.  De Roberto (cfr.  n. 6).  E' il «Libretto di Catania» ricordato dal Carducci in
Rapisardiana.
1882
Corrispondente da Catania del giornale «Fanfulla» firma le proprie lettere «Echi dell'Etna» con lo pseudonimo Hamlet.
Su «Don Chisciotte»,  Catania, anno II,   1882.
11     Cardenio, Alla villa, (N. 29 del 16 luglio).
12     Cardenio, Cose d'Egitto, (N. 32 del 6 agosto).
1883
13     Arabeschi, (Catania, N. Giannotta, ultimata la stampa il 30 ottobre 1883). Cont. : - Gustavo Flaubert ; Un naturalista (Marc-Monnier) - Un Détra-qué) ; Scienza ed arte - Critica idealista - Seconda edizione (di Storia fosca di L. Capuana) ; Dall'altro mondo (notizie di varie letterature americane) ; Un nuovo Don Giovanni (di G. A. Cesareo) ; Criquette (di L. Halévy) ; Novelle - Un romanzo italiano (Fantasia di M. Serao) ; Un dramma (Fedora di V. Sardou) ; - Proprietà letteraria (per il processo Sardou - Uchard per il soggetto di 0dette).
Su  « Don Chisciotte »,  Catania,  a.   III  (ma il  1° num.   è del  17 giugno).
14     Cardenio, Criquette (N. 2 del 24 giugno) in Arabeschi.
15     Anonimo Seconda edizione, (N. 7 del 29 luglio) in Arabeschi.
16    Anonimo, Critica Idealista, (N.  10 del 19 agosto) in Arabeschi.
17    Anonimo, Novelle (N.   12 del 2 settembre) in Arabeschi.
Continua  ad  essere  corrispondente  del   « Fanfulla »,   firmando   Hamlet  le lettere intitolate Echi dell'Etna e Cose della Sicilia.
1884
18    Psicologia contemporanea,  (su gli  «Essays» del Bourget). « Fanfulla della domenica»,  Roma,   12 ottobre  1884.
19     Spiritismo,  (a proposito  del nuovo libro di  L.   Capuana). « Fanfulla della domenica »,  Roma,  22 giugno  1884.
20      Un tipo di Umorista. Graindorge.
« Fanfulla della domenica», 14 dicembre 1884.
1885
Su « Fanfulla della domenica », anno VII, Roma.
21    I destini della poesia, (N. 7 del 15 febbraio).
22     La corsa alla morte, (di E. Rodi), (N. 33 del 16 agosto).
23    II problema del bello, (N. 38 del 20 settembre).
1886
Su «Fanfulla della domenica», anno VIII, Roma.
24    Psicologia contemporenea, (N. 8 del 21 febbraio).
25    Leopardi e Flaubert,  (N.   34 del 22  agosto).
26    Poeti francesi contemporanei.  Sully Prudhomme, (N. 44 del 21  ottob.).
27    Poeti francesi contemporanei. Teodoro de Bainville, (N. 52 del 26 dicembre).
1887
Su «Fanfulla della domenica», anno IX, Roma.
28    Primo canto. Parafrasi dal Ramàyana. (N.  11 del 13 marzo).
29     Victor Cherbuliez, (a proposito della Bète). (N.  16 del 17 aprile).
30    Poeti francesi contemporanei. Francesco Coppée.  (N.31  del 31 luglio).
31    L'orgoglio e la pietà. Novella, (N. 27 del 3 luglio).
32    Il ritratto del Maestro Albani, (N.  44 del 30 ottobre),  in Doc. umani.
33    Documenti umani, (N. 35 del 28 agosto), in Documenti umani.
34    Donato Del Piano, (N. 50 dell' 11 dicembre), in Documenti umani.
35    Per la musica, (La scena illustrata,  Firenze,  1 ottobre 1887).
36    Encelado. Maggio MDCCCLXXXVI. Catania, Crescenzio Galàtola, maggio 1887, (fasc, di 15 pagg. I sei sonetti in esso pubblicati si ritrovano nella edizione di Ermanno Raeli del  1923,  in  appendice).
37     La sorte. Novelle - Catania, N. Giannotta. Cont. : La Disdetta - Ragazzi-naccio - San Placido - Il matrimonio di Figaro - Il Cortile - La Malanova - Rivolta.
1888
Su  « Fanfulla  della domenica »,   anno  X,   Roma.
38    Studio di donna.  Novella (N. 4 del 22 gennaio) in Documenti umani.
39     Il memoriale del marito. Novella (N. 12 del 18 marzo) in Documenti umani.
40     Carlo Baudelaire.  (N.   17 del 22 aprile).
41     Una voce. Novella, (N. 20 del 13 maggio) in Documenti umani.
42     Il poema della felicità. (N.  22 del 27 maggio).
43     Il romanzo. (A proposito di Pierre et Jean), (N. 26 del 24 giugno).
44     Una dichiarazione.  (N.  28 dell'8 luglio)  in Documenti  umani.
45     Il Sacramento della penitenza (N. 43 del 21 ottobre) in Doc. umani.
46    Il giornale di Stendhal.  (N.  40 del 30 settembre).
1889
47     Ermanno Raeli.   Romanzo,  Milano,   Galli  ed.,   1889.
Cfr. Enrico Panzacchi - Romanzo psicologico. Lettere e Arti, Bologna. 6 luglio 1889. (Parve al Panzacchi che «Ermanno Raeli» risentisse del «Di-sciple» del Bourget. Il De Roberto in una lettera al Panzacchi, da Catania, il 9 luglio 1889, protestò la propria indipendenza dal Bourget : «Ermanno Raeli concepito da quasi 5 anni, disse, fu scritto nell'autunno del 1887, quando preparavo i «Documenti umani» di cui doveva far parte. Ingrandito nelle sue proporzioni da novella a romanzo fu mandato all'Editore Galli a Milano nel febbraio del 1889 prima che la pubblicazione del «Disciple» incominciasse  su  la  Nouvelle  Revue).
48      Documenti umani. Novelle, Milano, Frat.lli Treves, 1889.
Cont. : Prefazione (in forma di lettera a Emilio Treves, da Catania, ottobre 1888).
1) Documenti umani - 2) Il passato - 3) Una dichiarazione - 4) Il memoriale del marito - 5) Il ritratto del Maestro Albani - Studio di donna - 7) Il sacramento della penitenza - 8) Un caso imprevisto - 9) Donato Del Piano » 10) La morta - 11) Le due facce della medaglia - 12) Una voce - 13) Epilogo -  14) L'orgoglio e la pietà.
Su  «Fanfulla della domenica»,  anno XI,   1889,  Roma.
49     Un filosofo ottimista. E. Caro. (N. 4 del 27 gennaio).
50    Il senso della vita (di E. Rod). (N. 6 d'el io febbraio).
51     Il peccato della Valcresi, (N.  10 e N.  11 del 20 e del 17 marzo), cfr. L'albero  della scienza.
52     Disgrazia orribile, (N. 15 del 14 aprile).
53     Barbey D'Aurevilly (N. 22 e 23 del 2 e del 9 giugno).
54     Lecomte de Lisle, (N. 29 del 21 luglio).
55     Il gran rifiuto, (N. 32 dell' 11 agosto), cfr. «L'albero...»
56    Le stagioni, (N. 37 del 15 settembre), cfr. «L'albero...»
57     E. Renan, (N. 39 del 29 settembre
58    La salvazione, (N. 44 del 3 novembre), cfr. «L'albero...»
59    L'amicizia di Eva, (N. 47 del 24 novembre), cfr. «L'albero...»
Su «La scena illustrata»,  Firenze.
60     Wagner e l'estetica tedesca,  (N.  3 del  15 aprile).
61     Il tormento  simpatico,  (è la lirica — Heine gioconda larva...  — in  «Ermanno  Raeli»).  N.  5  del  15 maggio.
62     La trovatura, cfr.  Processi verbali.
«Gazzetta letteraria», Torino, anno XIII, n. 49 del 7 dicembre.
63     Il serpente, Lettere e Arti, Bologna, 16 febbraio, cfr. «L'albero...»
64     Mara  Lettere e Arti,  Bologna,  30 marzo  cfr.   Processi...
65     I Vecchi, La Letteratura, anno IV, N. 11, Torino,  1° giugno,  cfr. Processi...
1890
66    L'Albero della scienza, Milano, Libreria editr. Galli di C. Chiesa e F. Guin-dani. Cont. : 1) Il serpente - 2) La scoperta del peccato - 3) Il gran rifiuto 4) Menzogne - 5) L'amicizia di Elva - 6) Il Paradiso perduto - 7) La salvazione 8) Le stagioni - 9) Quesiti.
67    Processi verbali. Novelle, Milano, Libreria ed. Galli di C. Chiesa e F. Guindani. Cont. : 1) Il Rosario - 2) Il Convegno - 3) I vecchi - 4) Donna di casa - 5) Lupetto - 6) La «trovatura» . 7 Mara - 8) Pietro Micca - 9) L'Onore . 10) Il Krak - 11) Pentimento - 12) Il Viaggio a San Vito.
Su «Vita Intima»,    settimanale letterario di Milano dal 3 giugno 1890 al 29 dicembre 1891.
68    Il reuzzo (N. 3 del 17 luglio) cfr. La sorte 2a ed.
69    L'assurdo, (N.20 del 14 ottobre), cfr. La morte dell'amore.  Gli amori.
Su «Vita nuova», Firenze, anno II, 1890.
70    Il Rosario, (N. 4 del 26 gennaio), cfr. Processi...
71     Quesiti, (N. 4 del 27 luglio), cfr. l'albero...
72    L'Onore, (N.  16 del 20 aprile), cfr.  Processi...
73     Pietro Micca, (16 marzo), cfr.  Processi...
74    Fine d'amore, Bozzetto. (Nuova Antologia,  16 giugno 1890).
Su « Fanfulla della domenica », Roma, anno XII  1890.
75     Rimorso (N. 2 del 12 gennaio).
76    Menzogne (N. 8 e 9 del 23 febbraio e del 2 marzo), cfr. «L'albero».
77     Flaubert • L'uomo (N. 14 del 6 aprile).
78     Flaubert - L'opera (N.  15 del 13 aprile).
79     Un cuore di donna (di P. Bourget), (N. 31 del 3 agosto)
80     Maupassant e Tolstoi (N. 35 del 31 agosto).
81     Bozze di lettere (N.  52 del dicembre).
1891
82     L'illusione. Romanzo, Milano, Libreria Editr.  Galli
83     La sorte. Novelle, seconda edizione. Milano, Libreria editr. Galli. Cont. : Le sette novelle dell'ediz. 1887 più «Il reuzzo» (v. N. 68).
84    La prova, Vita nuova, anno III, fasc. 2 Firenze, febbraio.
85     Come siamo. La Tavola Rotonda, a.  1, n.  1, Napoli, 22 novembre 1891.
1892
86      La morte dell''amore. Novelle, Napoli, Luigi Pierro Edit., 1892.
Cont. :  Prefazione (Napoli,  27 Agosto  1891) - Dibattimento - L'assurdo -Lettere di commiato.
87       Uno scrupolo di Don Giovanni,  (La Tavola Rotonda,  Napoli,   19 giugno 1892 cfr. Gli amori.
88     Un umorista dimenticato, (I. Taine - F. T. Graindorge), (La Tavola Roton. da, Napoli, 4 dicembre 1892).
1894
89    I  Viceré.  Romanzo,  Milano,  Libreria editr.  Galli.
Pagine del romanzo pubblicate prima sui giornali e sulle riviste :
Pagina di romanzo,  «Il Goliardo»,  Catania 28 febbraio.
Una candidatura,   «Folchetto»,   Roma,  26  agosto.
Il funerale «Gazzetta Letteraria» Milano,  1° settembre.
Da «I Viceré», « Fanfulla della domenica », Roma, 9 settembre.
La lettura del testamento, «Roma letteraria», 15 settembre.
La principessa è morta, «Il Goliardo», Catania, 16 settembre,
1895
90    L'amore. Fisiologia, psicologia, morale.  Milano,  Libreria editrice Galli. (La prefazione è data da Regoledo, luglio  1895).  In copertina sono annunziati due libri di prossima pubblicazione: L'Imperio - Le Confessioni.
Su «Il Capitan cortese» periodico settimanale di Milano, anno 1°.
91     Maupassant. I Le novelle (N.  21  del 29 settembre).
93    Maupassant. II Osservazioni e analisi (N. 22 del 6 ottobre).
93     Gli Apologhi - La muta comunione (N. 28 del 17 novembre), cfr. Gli Amori, I.
94     Gli  Apologhi  -  L'indiscreta  domanda  (N.   30 del   1°   dicembre),   cfr.   Gli amori, 2.
95     Gli apologhi - L'omonimo (N. 32 del 13 dicembre), cfr. Gli amori, 3.
96     Gli apologhi - La veglia (N. 34 del 29 dicembre), cfr. Gli amori, 4.
96  bis Il viaggio a San  Vito.  (cfr.  Proc.  verbali.  Firmato Wanda Torti,  Gaz, del popolo della domenica a XIII n. 49 Torino, 8 dicembre).
Annunziati su la «Domenica Letteraria», (Milano 11 ottobre 1896) due nuovi romanzi del De Roberto :    L'odio - Gli Eleganti.
97     Spasimo.  Romanzo.  Nelle appendici del «Corriere  della Sera»,  dal 26 novembre 1896 al 6 gennaio 
1896.
Su «Il Capitan Cortese», anno II, Milano, 1896.
98       Gli apologhi . Il   sospetto (N. 36 del  13 gennaio), cfr.  Gli amori, 5.
99     Gli apologhi - Gli affari dei quattrini (N.  40 del 9 febbraio),  cfr.   «Gli a-mori»,  17.
100     Gli apologhi -  Un'equazione morale (N.  42 del 23 febbraio),  cfr.   «Gli a-mori»,  18.
101     Gli apologhi . La jettatrice (N. 44 dell'8 marzo), cfr. «Gli amori» 22.
102       Gli apologhi - La consolatrice (N. 46 del 22 marzo cfr. «Gli amori», 23.
103     Gli apologhi - Le prove (N. 48 del 5 aprile), cfr. «Gli amori», 24.
104     L'arte   europea  a Venezia  (di  Vittorio  Pica).   «Il  Goliardo»,   Catania,   16 febbraio
Su «Roma di Roma» : direttore letterario :  Luigi  Capuana,  anno I, Roma,
Annunzio della pubbl. degli «Apologhi» del De Roberto, 3 luglio n.  65.
105     Apologhi I Dal sospetto alla certezza.  (N. 66 del 4 luglio), cfr.  «Gli amori»,  5.
106     Apologhi  II   Un'intenzione   della  Duffredi  (N.  69  del  7  luglio),   cfr.   «Gli amori», 7.
107    Apologhi III Lo champagne (N. 72 del 10 luglio), cfr. «Gli amori».
108    Apologhi IV Omissioni (N. 74 del 12 luglio), cfr.  «Gli amori»,  10.
109     Apologhi V Un dramma storico (NN. 77 e 78 del 15 e del 16 luglio). Su F. Lassalle, cfr. «Come si ama».
110    Apologhi VI La  Venere di Siracusa (NN. 8.2 e 83 del 20 e del 21 luglio), cfr.   «Gli  amori»,   13.
111     Apologhi VII Il gran rapporto. (N. 86 del 24 luglio), cfr. «Gli amori»,  16.
112     Apologhi VIII L'indovinello (N. 95 del 2 agosto), cfr.  «Gli amori», 8.
113     Apologhi IX Fino a morirne  (N.   102 del  10 agosto), cfr.  «Gli amori», 9.
114     Apologhi X Anacronismo (N.  104 del 12 agosto), cfr. «Gli amori»,  15.
115     Apologhi XI Lo scandalo (NN.  107 e 108 del 15 e del 16 agosto), cfr. «Gli amori»,  21.
116    Apologhi XII Le cicatrici (NN.  110 e 111 del 18 e del 19 agosto), cfr. «Gli amori»,  1.
117     Apologhi XIII L'amor supremo (27, 28 e 29 agosto), cfr. «Gli amori», 29.
118     Apologhi XIV Ironie (3-4 e 5 settembre), cfr.  «Gli amori». 26
119     Apologhi XV Non c'è maggior dolore (N.   126 dell'8 settembre), cfr.  «Gli amori», 30.
120     Gli illustri amanti di Napoleone (dal 18 al 23 ottobre, nn. dal  171  al 176), cfr. «Gli amori».
1897
Sul «Corriere della Sera»,  anno XXI,  Milano.
121     Napoleone innamorato, 4 febbraio.
122     Balzac (Spoelbrek de Lovenjoul - Autour de H. De Balzac) 29 luglio.
123     Zola contro Zola,  19 agosto.
124     Cosmopolitismo (P.  Bourget - Les voyageuses),  27 agosto.
125       La critica. A proposito di un critico (D. Oliva), 6 novembre,
126    Delitti impuniti (del Macè),  18 novembre.
127     Un nemico dell'arte (Max Nordau), 23 dicembre
Su «Roma», riv. politica parlamentare, a. 1, Roma 1897.
128     George Sand e F.  Chopin. (nn. 6, 8,  10 del 2,  16 e 30 maggio).
129       L'amitiè amoureuse. I libri e le idee, (N. 24 del 19 settembre).
130    P. Bourget - Les voyageuses, (N. 26 del 3 ottobre).
131       Una fidanzata di Napoleone, (31 ottobre e 7 novembre).
132     Emilio Zola - Nouvelle campagne. Balzac, (N. 20 dell'8 agosto).
Su «Domenica Letteraria», Milano, pubbl.  dal 5 gennaio 1896 al  10 ottobre 1897.
133     L'indovinello (N. 82 dell'1 agosto, cfr. «Gli amori», 8.
134    La  consolatrice   (N.   78  del  27 giugno),   cfr.   «Gli   amori»,   23.
135     Il dramma di Venezia. George Sand e A. De Musset («Le Grazie», riv. quindicinale. Catania, 1 gennaio, 15 gennaio, 1 febbraio).
136       Spasimo.   Romanzo,   Milano,   Libreria   Edit.   Galli.
1898
137     Una pagina della storia dell'amore, Milano, Fratelli Treves.
138    Leopardi, Milano, Fratelli Treves.
139 Gli amori. Novelle, Milano, Libreria editr. Galli, 1898 (ma stampato nel 1897). Prefazione (Milano, 7 agosto 1897) : 1) La muta comunione - 2) L'indiscreta domanda - 3) L'omonimo - 4) La veglia - 5) il sospetto - 6) La certezza - 7) Un'intenzione della Duffredi . 8) L'indovinello - 9) Fino a morirne - 10) Omissioni - 11) Uno scrupolo di Don Giovanni - 12) Un giglio - 13 La Venere di Siracusa - 14) L'estro - 15 Anacronismo - 16 Il gran rapporto - 17) L'affare dei quattrini - 18) Un'equazione morale - 19) Le cicatrici - 20) La toscanina . 21) Lo scandalo - 22) La jettatrice - 23) La consolatrice - 24) Le prove - 25) Dibattimento - 26) Ironie - 27) L'assurdo - 28) Lettere di commiato - 29) L'amor supremo - 30) Nessun maggior dolore.
Su «Roma», Rivista politica parlamentare, anno II,  Roma,   1898.
140     Stendhal inedito,  2 gennaio, fasc.  I.
141       I nuovi paradossi di Max Nordau, 6 febbraio, fasc. 6.
142     Gli amori del Rousseau, Rivista d'Italia, anno I, N. 12, Roma, 15 dicembre 1898. (Cifr.  Come si ama).
Sul «Corriere della Sera», anno 23°, Milano,  1898.
143     Bismark e le donne, 12 agosto.
144     La duchessa azzurra (di P. Bourget), 7 ottobre.
145     I timidi (L. Dugas - La timiditè), 11 dicembre, cfr. Il colore del tempo.
146     Studi sul sec. XIX (di E. Rod), 30 dicembre.
147     Lettere polemiche  a M.  L.  Patrizi,  il Marzocco,   Firenze,   17 luglio  1898.
1899
147 bis Questioni d'estetica. La regola e l'eccezione nell'arte,  Flegrea,  anno I, fasc. 3, Napoli, 5 marzo 
Sul «Corriere della Sera», anno 24°, Milano, 1899.  
148    Il tolstoismo, 24 gennaio, cfr. «Il colore del tempo».
149    Il superuomo, 25 febbraio, cfr   «Il colore del tempo».
150    La morale nella Cina,  10 marzo, cfr. «Il colore del tempo».
151     Il bilancio di un secolo.  13 aprile.
152     Balzac in Italia.
154     Civiltà cinese e civiltà europea, 31 maggio, cfr.  «IL colore del tempo».
155     Murat. A proposito di una nuova pubblicazione. («Correspondance», a cura di A. Lumbroso), giugno.
156    La filosofia di un poeta (Maeterlink), 25 luglio, cfr.  «Il colore del tempo».
157     Critica e creazione (M. Nordau - Battaglia di parassiti), 9 agosto.
158    Racconti e  romanzi  (Desiderata di  C.   Giorgieri-Contri,  La  prima visione di G. Civinini, La moglie nuova di A. Panzini),  14 agosto.
159    La critica (L. Capuana - Cronache letterarie; G.  Pisa - Studi letterari),  21 agosto.
160    I libri (La ballerina di M. Serao...), 28 agosto.
161    Psicologia (Villa, Scipio Sighele, De Sanctis - I sogni),  11 settembre.
162    Letteratura femminile, 18 settembre.
163     Studi storici (M. Schipa ; Fr. Guardione ; L. Cappelletti). 25 ottobre.
164     Nuove novelle (E. Boner . Sul Bosforo d'Italia...), 2 ottobre.
165     Intorno al femminismo, 9 ottobre.
166     Teoriche e critiche d'arte, 16 ottobre.
167    I libri (Guerrazzi-Baretti), 23 ottobre.
168    Filosofia  (Angiolo  Orvieto,   Luigi  Vigna,   Vidari...),   30-ottobre.
169     Versi e versioni poetiche (G. Cena...), 13 novembre.
170    Romanzi e novelle (Sienkiewicz . Bartek il vincitore...), 20 novembre.
171     Studi danteschi, 4 dicembre.
172    Femministi e antifemministi. 11 dicembre.
173     Il rosario. Bozzetto drammatico (prima redazione), Nuova Antologia». Roma, 16 aprile.
174     Le amiche di Balzac. «Nova Antologia», 16 giugno e 1° luglio, cfr. « Come si ama».
175     Pagine  letterarie.   Casi  d'amore.   «Roma»   Riv.   politica,   22  gennaio   1899.
1900
176    Il colore del tempo. Milano-Palermo, R. Sandron, 1900.
Cont. : 1) Il secolo agonizzante 2) Il tolstoismo 3) Il superuomo. 4) La poesia di un filosofo 5) La filosofia di un poeta 6) Il femminilismo 7) Due civiltà 8) Vincitori e vinti 9) Il genio e l'ingegno 10) Critica e creazione 11) La timidezza 12) La volontà.
177     Come si ama. Torino,  Roux e Viarengo Edit.,  1900.
Cont. : Prefazione (Lettera di L. Capuana a F. De Roberto e lettera del De Roberto a L. Capuana) : 1) La signorina di Lespinasse - 2) Gli amori del Rousseau - 3) Le passioni del Goethe - 4) Napoleone innamorato - 5) Il romanzo del Lassalle - 6) Le amicizie di Balzac - 7) Il matrimonio di Bismark.
178    Le passioni di Goethe. «Nuova Antologia», 1 dicembre, cfr. «Come si ama».
Sul «Corriere della Sera»,  anno 25°,  Milano,   1900.
179     Sociologia, 8 gennaio.
180    I due Tolstoi. A proposito di «Risurrezione»,  16 gennaio.
181     Memorie milanesi (Un periodico del sec. XVIII e la peste del 1451. Casanova e Goethe a Roma. Faustina e la «bella milanese») 31  gennaio.
182     I nuovi romanzi di Sienkiewicz, 9 febbraio.
183     Letteratura romanzesca,   23  febbraio.
184    Le donne, i cavalier..., 2 marzo 18,5    Intorno all'arte,  14 marzo.
186    Esumazioni (Maupassant - Le Colporteur),  20 marzo.
187     Gli scritti postumi del Leopardi e del Manzoni, 8 aprile.
188    L'undicesimo  comandamento,   12   aprile
189     Letteratura e storia (Giusti, Guerrazzi...),  19 aprile.
190    Romanzi stranieri (Bourget,  Sienkiewicz),  4 maggio.
191     Un romanzo di Napoleone, 24 maggio.
192     La signorina (di G. Rovetta), 30 maggio.
193       Chiromanzia, 4 giugno.
194    Il problema della virtù, 6 giugno
195     Nel mondo ignoto, 11 giugno.
196     Romanzi, racconti, novelle,  19 giugno.
197    II filo d'oro (La psicologia del riso), 3 luglio.
198    Le nazioni latine (G. Sergi...), 17 luglio.
199    La camorra.   Una versione francese e l'originale italiano,  30 luglio.
200    L'Italia ignota (Caccia grossa di G.  Bechi...),   15 agosto.
201     Nuovi studi manzoniani, 23 agosto.
202     Tra romanzieri e novellieri (L. Capuana - Anime a nudo...),  27 agosto.
203     Il femminismo   eterno   (H.   Amat   - La  donna  secondo  S.   Ambrogio),   6 settembre.
204    Letteratura straniera (Ben Hur ;  Sienkiewicz...),   19  settembre.
205     Psicologia dell'uomo forte, Bismark,  28 settembre.
206    Psicologia dell'uomo debole. Luigi II di Baviera, 7 ottobre.
207     Ugo Foscolo e Isabella Albrizzi, 14 ottobre.
208     Romanzi nostrani e stranieri,  24 ottobre.
209     Corriere letterario (E. Masi,  M.  Scherillo, A.. Chiappelli...),  10 nov,
210     Tra romanzieri e novellieri (A.  Albertazzi,   E.   De  Marchi...),  8 dicembre.
211     La guerra e la pace (G. Novicow - La féderation de l'Europe), 19 dicembre.
212     Una passione romantica. Franz Liszt e Caroline di  Wittgenstein,  26 dic.
Su «Rivista di Roma», anno IV, Roma,  1900.
213     Il femminismo,  11 marzo, fasc.  10.
214     L'amore libero,  23 aprile, fasc.   15-16.
215     L'educazione della volontà (di J.   Payot),   19  agosto,  fasc.   31-32.
1901
Sul «Corriere della Sera», anno XXVI,  Milano  1901.
216     Daudet e Maupassant (Premier voyage premier mensonge ; Les dimanches d'un bourgeois de Paris), 6 gennaio.
217     Il nuòvo libro di P.   Villari (Le invasioni barbariche),   10 gennaio.
218    Donne napoleoniche,  14 febbraio.
219     Letteratura africana, 27 febbraio.
220     I ricordi del Gen. Orero, 4 marzo
221     Orero e Antonelli. Due uomini, due politiche,  13 marzo.
222     La malattia del secolo morto (Flaubert - Memorie di un pazzo),  19 marzo
223     Il nuovo romanzo di A. Fogazzaro (Piccolo mondo moderno).  28 marzo.
224     L'amore nel romanzo e nella vita (Le Fantóme di P.  Bourget),   17 aprile.
225     L'estetica della strada (di G. Kahn), 28 aprile.
226     Il «Lavoro» di Zola, 16 maggio.
227     La marchesa di Sade  (di Paul Ginisty),  23 maggio.
228     Un eroe sconosciuto dell'era napoleonica, 7 luglio.
229    L'idillio di Victor Hugo, 29 maggio.
230    Il marchese di Roccaverdina, 8 giugno
231     Luigi Des Ambrois, 23 giugno.
232     Padre  Giovanni Semeria,  30 giugno
233     La vita delle api (di M. Maeterlink), 20 luglio.
234     Prima del femminismo  (M.me de Maintenon,  M.me de Genlis),   27 luglio
235     La conversione di Huysmans,  10 agosto.
236    La vera vita (di L. Tolstoi), 28 agosto.
237     Mirbeau e la sua «Cameriera» e il suo «Neurastenico», 2 ottobre.
238    La donna di domani (di Etienne Lamy), 30 novembre.
239     Gli scrittori nuovi. Massimo Gorki, 20 dicembre.
240     L'Arte. Torino, F.lli Bocca,  1901
1902
Sul «Corriere della Sera», anno XXVII, Milano,  1902.
241     Turghenieff. A proposito di un suo epistolario, 28 gennaio.
242     Nella luna (di H. G. Wells), 23 febbraio
243     Victor Hugo, 26 febbraio.
244     Rinascità (di C. Ricci), 16 marzo.
245     Le memorie di Kropotkine. 28 marzo.
246     Gli ultimi giorni di Pekino (di P. Loti), 19 aprile.
247     Un critico originale (M. Nordau . Visti di fuori), 23 dicembre.
1903
248    Nuovi segni d'antiche fiamme.   Sofia di Mounier  e  Gabriele di Mirabeau. «La lettura», anno III, Milano,  1° ottobre, e 1° novembre.
Sul «Corriere della $era», anno XXVIII,  Milano,  1903.
249     Un amico dell'arte.  B.  Croce e la sua «Estetica»,  1° gennaio.250     I memorabili (A. D'Ancona - Ricordi e affetti),  18 gennaio.
251     Romanticismo, Da un dramma storico a una storia letteraria-,   1  febbraio.
252     Novellatori (Pirandello -   Quand'ero  matto...),   15  febbraio.
253     Novellatrici, 23 febbraio.
254     La «Verità» di Zola, 1 marzo.
255     Un testamento filosofico. I «Fatti e commenti» di H.  Spencer,  21  marzo.
256     Le Amazzoni, 5 aprile.
257    Storia e Romanzo (G. B. Marchesi).  14 aprile.
258     Intorno al Goethe,  5  maggio.
259     I «Memorabili». (Rimpianti di F. D'Ovidio), 16 maggio
260     Cronache di poesia (F.  Pastonchi - Belfonte...),  23 maggio.
261     Favoleggiando (Olivieri San Giacomo, G.  De Rossi...), 2 giugno.
262     Carducci,   16 giugno.
263     Per lo studio della nostra lingua (G.  B.  Ballesio),  23 giugno.
264     Arte narrativa (Pirandello - Beffe...).  29 giugno.
265     Psicologia femminile (Neera; Sfinge; Gr. Deledda...),  12 luglio.
266     I romanzieri francesi contemporanei secondo uno  di essi,  2  agosto
267     Un giornalista. Giacomo Dina. 24 settembre.
268     Amori romanzeschi (Racconti  di  Fulvia...),  7 ottobre.
269     Un francese in Sicilia (Dry : Trinachia), 16 ottobre.
270    La «Storia comica» di A. France, 25 ottobre.
271     Documenti umani (Dora Melegari,   U.  Notavi, L.  Ferriani),   19 novembre.
272     Prosatori, 26 novembre.
273     La dottrina di Herbert Spencer, 9 dicembre.
274     Notizie  d'altri tempi.   12  dicembre.
275     Prosatrici. 24 dicembre.
1904
276    Il più bel romanzo del sec.  XVI.   Luigi XIV e  Luigia de la  Vallìere  «La Lettura», anno IV n. 10. Milano ; 1° ottobre 1904.
Sul  «Corriere  della  Sera»,   anno XXIX,   Milano,   1904.
277     L'evoluzione di Paolo  Bourget, 6 gennaio.
278     La scienza dei veleni (Masson - La sorcellerie),   16 gennaio.
279     Un romanzo romantico.  Cenere (di G.  Deledda), 28 gennaio.
280    L'arte e la vita (su Dino Mantovani),  13 febbraio.
281     Nel regno delle favole (S. Di Giacomo, E.  Castelnuovo...).  20 febbraio.
282     Immagini della vita (Il cavallo di Troia di U. Ojetti), 14 marzo.
283     La moglie di sua eccellenza (di G.  Rovetta), 24 marzo.
284     Memorie storiche e letterarie (E.   Del Cerro - Roma che ride),  30 marzo
285     Romanzi di poeti (G. Cena, C. Giorgieri . Contri), 14 aprile.
286     Sulla soglia del mistero (G.  De Lorenzo),  29 aprile.
287     Beethoven nel suo epistolario,  13 maggio.
288     Fantasia e realtà (U.  Fleres, A.  Beltramelli...).  29 maggio.
289     Il conflitto sessuale,  11 giugno.
290    L'Eva eterna (Fl.  Steno - L'Eva moderna),  19 giugno
291     Tra romanzi e novelle (Pirandello, G. Lipparini, C. Alvi...), 6 luglio.
292     Renan Barzellotti Mariano, 24 luglio.
293     Anime luminose (le Bronte ; Contessa di S.  Martial...),  31  luglio.
294     Il nuovo romanzo del Bourget (Un divorce), 6 agosto.
295     Bricciche di storia (D.   Spadoni,  V.   Labate...),   13  agosto.
296     Nel paese delle  «Mille e una notte» con P.  Loti,  21  agosto.
297     Tre romanzi femminili (Matilde Serao,  Luigi di S.  Giusto,  Lia),  29 agosto.
298     Crainquebille e compagni,  6 settembre.
299     Sentieri di fantasia, (L.   Zuccoli,  O.  Malagodi...),  25  settembre.
300     Il nuovo  epistolario  di  G.   Giusti.   29  settembre.
301     Il vincitore (di E. Rod), 16 ottobre.
302     Ascoltiamo   Tolstoi,   25  ottobre.
303     Prose di romanzo  (A.  Oriani,   L.  Pirandello),  9 novembre.
304     George   Sand  senza  A.   de  Musset,   25   novembre.
305     Il doppio giardino (di M.  Maeterlink),  8 dicembre.
306     La moglie del Re. La marchesa  di Maintenon e Luigi XIV.
1905
«La Lettura», anno V n.  3, Milano,  1° marzo 1905.  cfr.  Le donne ecc.
307     Pietro Kropotkine, «Nuova Antologia»,  1° agosto 1905.
308     Un'avventura di Chateaubriand,  «Varietas»,  anno  I  I, n.   13.  Milano, maggio   1905.
Sul «Corriere della Sera»,  anno XXX,  Milano,   1905.
309     Memorie inedite di F.  Chopin, 4 gennaio
310     Sui sentieri della Fede    (F.   Brunetière:   L'utilisation    du    positivisme    25 gennaio.
311     L'amore.  Dall'Emerson al Bouhélier,  2 febbraio.
312     Sulla pietra bianca (di A. France).  16 febbraio.
313     I romanzi della storia.  La Reine  Margot,   2 aprile.
1906
314     Il falso Paolo e la vera Virginia, Amori e nozze di Bernardino di Saint-Pierre. «Natura e Arte», anno XV, fasc. 19, 20 e 21, Milano, 1° e 15 settembre,   1°  ottobre  1906. cfr.  Le donne ecc.
315     I drammi della storia. Stefania di Beauharnais e Gaspar Hauser. «Varie-tas», anno III, 25 e 26, Milano. Maggio e giugno 1906.
316    Il ritratto che ringiovanisce. In «La mente e l'anima di Giuseppe Giacosa». «La Lettura», anno VI, n. 10, Milano, 1° ottobre 1906.
1907
317     Catania. Bergamo, Istituto Italiano di Arti grafiche,  1907.
318    La rosa nella fogna.  «La Lettura», anno VII, n. 6, Milano,   1° giugno.
319     Sully Prudhomme.  «Corriere della Sera», 8 settembre.
1908
320    La morte di Francesco Coppée. Il poeta. «Corriere della Sera», 24 maggio.
1909
321     Ditta «Joseph et Marion Delorme», Sainte Beuve e i coniugi Hugo. «Rassegna contemporanea», anno I, fasc. 12 e anno II, fasc. I, Roma, dicembre  1908 e gennaio  1909.  Cfr.  Le donne,  i cavalier...
322     Randazzo e la valle dell'Alcantara. Bergamo, Istituto Italiano di Arti grafiche.   1909.
323     San Silvestro da Troina. «La Lettura», anno IX n. 8, Milano, 1° agosto 1909.
324    La bella morte. Novella, «L'illustrazione italiana», anno XXXVI, n. 20 Milano,  16 maggio 1909.
325     Psicologia di un Don Giovanni. Il Duca di Lauzun. «Nuova Antologia», 1° luglio 1909.
326     Tavole  di anatomia morale.   Bismark,   «Rassegna  contemporanea»   a.   2°, Roma, giugno, fasc. 6.
Sul «Corriere della Sera» a, XXXIV Milano,   1909.
327     La vita è insonnia (su Messina distrutta), 4 gennaio.
328     Resurrezione  (di  Messina),   8 gennaio.
329     Lo zar in Italia (Nicola I a Palermo nell'ottobre del 1845), 9 settembre.
1910
330     La messa di nozze.  «Nuova Antologia»,  16 nov.  1° e 16 dic.  1910.
331     Un sogno. «La Lettura», anno X, n. 10, Milano, 1° ottobre 1910.
332     Passioni  romantiche.   La  Duchessa  di  Duror   e   Chateaubriand.   «Corriere della Sera»,  31  agosto.
333     Il dramma dell'anima tolstoiana.  «Corriere della Sera»,  17 novembre.
334     Tavole di anatomia morale, Luigi di Baviera.   «Rassegna contemporanea», anno III, fasc.  1, Roma, gennaio 1910.
Sul «Giornale d'Italia»,  anno X,  Roma,   1910.
335     Balzac e la signorina di Bernì, 3 gennaio.
336    Luigi di Baviera e Ottone di Bismark, 13 gennaio.
337     A. De Musset e Amata D'Alton, 22 febbraio.
338    Le avventure dell'Etna.  L'eruzione di oggi veduta da vicino.   30 marzo.
339     Alle rabide sorgenti del gran fiume di fuoco sull'Etna, 3 aprile.
340     D'Urfè,  11  ottobre
1911
341     La   messa di   nozze — Un   sogno — La   bella   morte.    Milano,    Fratelli Treves, 1911.
342     Il cane della favola, «Nuova Antologia»,  1 luglio 1911.
Sul  «Giornale d'Italia»,  anno XI,   Roma,   1911.
343     Il romanzo  di  Giandomenico Ingres,  7 febbraio.
344     Su Antonio Fogazzaro. Pensiero, 9 marzo.
345     La medicina dello spirito (di Paul Dubois), 3 aprile.
346     Un viaggio originale (di G. B. Ughetti), 8 luglio.
1912
347     Il  cane   della favola.   Commedia.   «La  Lettura»,   anno   XII,   n.   1   Milano, 1° gennaio 1912.
348    Il Rosario. Nuova edizione, «Rassegna contemporanea», Roma, dicembre 1912.
(Prima rappresentazione a Milano, del Cane della Favola e del Rosario, il 29 novembre  1912).
1913
349    Le donne, i cavalier...  Milano,  Fratelli Treves, pagg. 412.
Cont. : Prefazione (Roma, 15 marzo 1913) : Il falso Paolo e la vera Virginia - Amori e nozze di B. de Saint-Pierre - Ditta «Joseph et Marion de Lorme» - Sainte-Beuve e i coniugi Hugo - La terza Eloisa - Sofia di Monnier, Mirabeau e Giulia Danvers - Il più bel romanzo del sec. XVII. Luigi XIV e Luigia della Valliére . La moglie del Re. La marchesa di Maintenon e Luigi XIV . La maschera di carne - Gaspar Hauser e Stefania di Beauharnais - La rosa nella fogna. - La marchesa di Sade - Psicologia di un Don Giovanni. Il duca di Lauzun.
350    La strada maestra. Commedia in 3 atti (con lo stesso argomento della «Messa di nozze») «Rassegna contemporanea», anno VI, fasc. 22-24, Roma, 25 novembre,  10 e 25 dicembre  1913.
351     La tempesta.  «Noi e il mondo»,  anno III, n.  4 Roma,  aprile  1913. («Violente e irose opposizioni»  durante  la rappresentazione del  «Rosario» a Roma, la sera del 30 maggio 1913, Cfr. Domenico Oliva:  «Il Rosario», «Giornale d'Italia»,  31 maggio  1913).
1914
Sul «Giornale d'Italia»,  anno XIV,  Roma,   1914.
352     Gli amanti di Roma. Zenaide Volkonski, 9 gennaio.
353     Leopardi e la Francia (di N.  Serban),  27 gennaio.
354     Wagner  in  amore.   15  marzo.
335    II bilancio francese di G.  Leopardi.  27 maggio.
1915
Sul «Giornale d'Italia», anno XV,  Roma,   1915.
356     Un incontro. Novella.  Numero straordinario a beneficio della Croce Rossa, gennaio  1915.
357      Il  senso  della morte»   di   P.   Bourget.   28   novembre.   Cfr.   «Al   rombo   del cannone».
358     «La Famiglia  Valadier» di A. Hermant,  22  dicembre.   Cfr.  «Al rombo del cannone».
359     Romanticismo.   (Parole   dette  prima  della  rappresentazione   del   dramma  a Catania a beneficio della Croce Rossa) 3 luglio.
360     Una spia.  «La Lettura», anno XV, n.  1, Milano,  1° gennaio 1915.
1916
Sui «Giornale d'Italia», anno XVI, Roma,  1916.
361     Gli enimmi di Waterloo, 8 gennaio.  Cfr.  «Al rombo del cannone».
362     l 'Adriatico e le Due Sicilie a Campoformio, 29 marzo.  Cfr.  «Al rombo del cannone».
363     Maria. Carolina Regina di Napoli, 28 maggio. Cfr. «Al rombo del cannone».
364     Maestri di Guerra. Il principe di Ligne,  16 luglio Cfr.   «Al rombo del cannone».
365     Thiers, Bismark e la guerra, 26 agosto. Cfr. «Al rombo del cannone».
366     Napoleone e l'Isonzo, 12 ottobre.  Cfr.  «Al rombo del cannone».
367     Italia e Grecia nelle lettere di Giorgio Byron, 25 dicembre. Cfr.  «Al rombo del cannone».
368     L.   Capuana nei cimeli fotografici.   «Noi  e  il  mondo»,   Roma,   1°  gennaio 1916.
1917
Sul «Giornale d'Italia», anno XVII, Roma,  1917.
369     Il protocollo della Giovane Italia, 31 gennaio. Cfr. «Al romba del cannone».
370    Maestri di guerra. Lazzaro Carnot, 10 aprile. Cfr. «Al rombo del cannone».
371     L'anima e l'opera di Domenico  Oliva.  30 aprile.  Cfr.   «Al rombo del cannone».
372     Paesaggi di pace e paesaggi di guerra, 9 agosto.  Cfr.  «Al rombo del cannone».
373     Un condottiero francese a Napoli, 26 agosto. Cfr. «Al rombo del cannone».
374     La Marna, 12 settembre Cfr. «Al rombo del cannone».
375     Un profeta  del  pangermanesimo.   Edgardo   Quinet,   31   ottobre.   Cfr.   «Al rombo del cannone».
1918
376     Sul Giornale d'Italia, anno XVIII, Roma, 2 gennaio : L'Imperatore liberale Federico III.
1919
377     All'ora della mensa.  «Novella», anno I, n. 6.  Milano,   10 ottobre.
Sul  «Giornale  d'Italia»,  anno XIX,   Roma,   1919.
378    La triplice alleanza,  16 marzo.
379    II tramonto d'un impero, 4 aprile.
380     La Dalmazia nel regno d'Italia, 7 maggio
381     La madre di Mazzini. 3 ottobre.
382     Un  appassionato   opuscolo  di   V.   Margueritte...,   10  novembre
383     La cocotte.   Novella,   «Rivista  d'Italia»,   Milano,   28  febbraio  e  31   marzo 1919.
384      Al rombo    del cannone.  Milano, F.lli Treves,   1919.
385     La posta. «Le sette rose», Napoli.
1920
386    All'ombra dell'olivo.  Milano,  F.lli Treves,   1920.
387     Ironie. Novelle, Milano, F.lli Treves,  1920.
Cont. : Il cane della favola - Nora, o le spie - La tempesta.
388    La cocotte. Novelle, Milano, Casa editrice Vitagliano, maggio 1920. Cont. :  La Cocotte - All'ora della mensa -  Due morti.
389    Il maestro di G.   Verga.  «La Lettura», anno XX, n. 9, Milano,   1° settembre  1920.
390     I primi passi (di G.  Verga),   «L'illustrazione italiana»,  Milano,   29  agosto 1920
Sul «Giornale d'Italia», anno XX, Roma,  1920.
391     Bismark   15 febbraio.
392     Fede : L'Italia vinse tremendi cimenti,  22 marzo.
393     L'amor platonico. A.  Comte e Clotilde de  Vaux,  12 maggio.
394     il romanzo di un romanziere. Balzac ed Eva Hanska, 13 giugno. 393    La moglie di Puskin, 4 agosto.
396    Berlioz in Italia, 7 novembre.
Sul «Giornale di Sicilia» anno LX, Palermo, 1920.
397     Pura letteratura (su W. Wilson), 7 febbraio.
398     L'oro  del  Reno,   13  marzo.
399     Crispi e la guerra,  15 aprile.
400    Il bilancio italo-francese,  22 maggio.
401     Le ammissioni del Sig.  Von Jagow, 26 giugno.
402     Le omissioni del Sig. von Jagow, 27 luglio.       403    Il primo romanzo di G.  Verga, 28 agosto.
404     Gli inglesi in Egitto, 25 settembre.
405     Balzac in Italia, 30 ottobre.
406     Sull'orlo  dell'abisso,  20 novembre.
407     Taine in Germania, 31  dicembre.
1921
408    La paura.   «Novella»,  anno III,  n.   15,  Milano,   15 agosto  1921.
409     Stato  civile  della   «Cavalleria   rusticana».   «La  Lettura»,   Milano,   1°  gennaio 1921.
410    Il volo di Icaro. Domenico Castorina e G.  Verga. «La Lettura», 1° ottobre.
Sul «Giornale di Sicilia», anno LXI, Palermo,   1921.
411     Tommaseo e la Dalmazia, 22 gennaio.
412     Pietro Kropotkine, 19 febbraio.
413     Il musicista errante  (Berlioz),   15  marzo.
414     Una repubblica mancata,  23  aprile.
415     L'insegnamento di M. D'Azeglio,  23 maggio.
416    Il teatro contemporaneo (di G.  Ruberti), 25 luglio).
417     Nel centenario napoleonico.  L'ardua sentenza,  25  agosto.
418     Il dramma eterno (Lucia Re Bartlett : Il regno che viene),  13 settembre.
419     Gioberti e Massari, 28 ottobre.
420    Il primo regno d'Italia,   15 novembre.
421     Due centenari in uno - Baudelaire e Flaubert,   14 dicembre.
1922
422     La duchessa di Leyra.  «La Lettura»,   anno XXII, n. 6, Milano,   1° gugno.
423     Storia della «Storia di una capinera».  «La Lettura»,  1° ottobre.
424     L'esordio di G. Verga. «Le Lettere», Roma, 14 marzo.
Sul «Giornale di  Sicilia»,  anno  LXII,   Palermo,   1922.
425     La sfinge russa,  26 gennaio.
426     G.  Verga. La fase iniziale. 22 febbraio.
427     La duchessa di Leyra, 27 marzo.
428     Verga ignorato : «Sulle lagune»,  25 aprile.
429     Il romanzo veneziano di G.   Verga,  27 maggio.
430    I grandi stranieri in Italia (Dolomieu),   22 giugno.
431     Il centenario dei Goncourt, 7 luglio.
432     L'apparizione di G.  Verga, 28 agosto.
433     Ispirazioni siciliane. L'inno di L.  Bertrand,   18 settembre.
434    La scoperta di G.  Verga, 25 ottobre.
435     Molière e l'Italia,  24 novembre.
436     Il Napoleonide italiano, 8 dicembre.
1923
437     L'ultimo  voto.  Novella,   «La Lettura»,  anno  XXIII,   nn.   203  Milano  1° febbraio e  1 marzo.
438     Ermanno Raeli. Nuova edizione riveduta con l'aggiunta di un avvertimento e di un appedice.  Milano,  A.  Mondadori,   1923.
439    Le ultime ore di G.  Verga.  «(Siciliana»,  anno I, Catania, gennaio  1923.
Sul «Giornale di Sicilia», anno LXIII,  Palermo,   1923.
440     Nell'anniversario della morte di G.  Verga, 26 gennaio  1923.
441     Le don Giovanne (di M. Prevost) 16 febbraio.
442     E. Renan (in Sicilia), 23 marzo.
443     Rileggendo Renan,  20 aprile.
444     Il egreto di Dostojewskij, 30 marzo.
445     Romanzi vissuti. Il giglio nella valle, 25 giugno.
446     Quattro donne e un genio (Dostojevskij),  24  luglio.
447     La guardia al Reno (di Clara Viebig),  27 agosto.
448     Anglofobia (E.  Scarfoglio :  Il popolo di cinque pasti),  21   settembre.
449    La colonna d'Ercole, 23 ottobre.
450     Casa  Verga, 23 novembre.
451     La passione di Francesco Liszt, 28 dicembre.
1924
Sul «Giornale di Sicilia», anno LX1V,  Palremo,  1924.
452     Clara di Duras e Chateaubriand, 29 gennaio.
453     Mahatma Gandhi. L'azione,  1 marzo.
454     Mahatma Gandhi. La dottrina, 5 marzo.
455     «.L'amore» di Stendhal, 29 aprile.
456    La questione ticinese, 27 maggio.
457     Stendhal innamorato, 24 giugno.
458    La signora dalle camelie, 28 luglio.
459    Intorno alla rivoluzione francese, Enimma o problema? (A proposito di un libro di Pouget de Saint-André),  25 agosto.
460     A proposito di E.ZOLA 24 settembre.
461     Le"figlie di Ecuba (di Clara Viebig), 28 novembre.
462     Gran Bretagna e Due Sicilie,  28 novembre.
463     Nietzsche e l'amore, 30 dicembre.
1925 
 «Giornale di Sicilia», anno LXV, Palermo,   1925.
464     Lettere di Beethoven, 29 gennaio.
465     G. Sand sull'Etna, 3 marzo.
  466      Le illusioni  (di E. Roncati),14 aprile
467     Le memorie di Gorki, 5 maggio.
468     La casa delle bambole, 28 maggio.
469     Cecilia di Chateaubriand, 26 giugno.
470    L'alba del risorgimento a Napoli, 26 agosto.
471     Verga, Scarfoglio e G. Sand, 23 settembre.
472     Ilcavaliere d'Italia (M.  D'Azeglio) 29 ottobre.
473     Triboli della psicologia (Il conquistatore spagnolo del XVI secolo) 27 nov.
474     Ilcaso di Giulietta, 31 dicembre
1926
Sul «Giornale di Sicilia», anno LXVI, Palermo, 1926.
475     Napoleone III e l'Italia,  27 gennaio.
476    La principessa Belgioioso, 27 febbraio.
477     «Quaderni» di Sainte Beuve, 2 aprile.
478     Cavour innamorato, 1° maggio.
479     Due napoleonidi, 21 giugno.
1927
Sul «Giornale di Sicilia», anno LXVII, Palermo, 1927.
480     Ilprimo romanzo di G. Sand, 21 febbraio
481     Adriana Lecouvreur, 5 aprile.
482     L'uomo di lusso. Il Duca di Morny, 9 maggio.
483     Chopin innamorato, 6 luglio.
484     Memorie di un mondo inabissato, 27 luglio
Sul « Giornale dell'Isola», Catania, 1927. « Il patrimonio artistico di Catania ».
485     I     -Il museo Biscari, i° maggio.
486     II    - Il Castello  Ursino, 8 maggio.
387    IH   - Il monastero  dei Benedettini,   22  maggio.
488  IV - La Chiesa di San Nicola, 3 giugno.
489     V   - Il teatro antico, 18 giugno.
490     VI - La Biblioteca Ursino, 8 luglio.
491     La paura. «La Fiera Letteraria», anno III, n. 31, Milano, 31 luglio 1927, (cfr. n. 408).
492      Nella vetrina (prefaz. di Alfio Berretta). «Due lire di novelle», anno III, n.19Milano, 20 ottobre 1927.
1928
493     L'ebbrezza.   «La fiera Letteraria»,  anno IV,  Milano,   15  e 22 gennaio.
494     L'arcipelago della fortuna. Pagine inedite di un romanzo incompiuto. «La Fiera Letteraria », anno IV, Milano, i° luglio 1928
495     La morte dell'amore. (Prefazione di Alfio Berretta), Milano, Ed. Maia, 1928. Cont. : Dibattimento - L'assurdo - Lettere di commiato - Le prove - Ironie - L'amor supremo.
1929-1957
496     L'Imperio. Milano, A. Mondadori,  1929.
497     Come Malta  divenne inglese.   «Nuova Antologia»,   Roma,   16 luglio  1940.
498     Malta nel pensiero di F. De Roberto.
Il «Giornale di politica e letteratura», fase. 8-9, Roma, agosto-settembre 1940 Cont. : Una lettera indirizzata dal De Roberto a un direttore di giornale dopo lo sbarco delle truppe italiane a Corfù nel 1923.
499     Giovanni  Verga e F.  De  Roberto  - La lupa.   Tragedia lirica  in  due atti. Musica di Pierantonio Tasca.
Noto - Tipografia di Rosario Caruso,  1932, pagg. 72.
(Il contratto fra G. Verga e F. De Roberto per il libretto della Lupa risale al 1891. Verga in esso autorizza il De Roberto a comporre il libretto e ne acquista la proprietà per un compenso di 400 lire, ma si obbliga a corrispondergli il 20 per cento su tutti gli introiti eventuali).
500     Giovanni Verga e Federico De Roberto - La Lupa. Tragedia lirica in due atti. Musica di Pierantonio Tasca.
Palermo, Barravecchia e Balestrini,  1919, in 8°, pagg. 68.
501     Gino Raya - Un carteggio del De Roberto. «Paese Sera», Roma, 7-8 dicembre  1956.
Cont. : 5 lettere ad Alessio Di Giovanni.
502     Giulio Natali - Dodici lettere di F. De Roberto. «Narrativa»  Siracusa,  giugno  1957.
503     Pagine scelte di Federico De Roberto a cura di Giuseppe Villaroel «I quaderni deH'«lllustrazione del Medico» Milano 1940.
504     Guido Lopez - Lettere di G.  Verga e F. De Roberto a Sabatino Lopez «Lo Smeraldo», a. VII n. 3, Milano 30 maggio 1953.
505     Verga - De Roberto - Capuana, Catalogo della Mostra nella Biblioteca Universitaria di Catania. (Catania, N. Giannotta, 1955).


*Tratto dal saggio di Aurelio Navarria

Federico De Roberto nacque a Napoli il 16 gennaio del 1861, morì a Catania il 27 luglio del 1927 e svolse assidua attività di scrittore anche in numerose riviste e vari giornali oggi solo parzialmente reperibili.

mercoledì 2 novembre 2011

ANARCHIA DEL GENIO - Lezioni di Mario Rapisardi

"Egli pensava che la scuola è un istituto di massima importanza nella vita pubblica, che essa deve essere fucina di valori morali e palestra di educazione delle giovani generazioni, riteneva che la scuola non può essere estranea alla vita, se di essa non si vuol fare un esercizio di espiazione ovvero un museo di fossili."

ANARCHIA DEL GENIO

1
Quando un edificio minaccia rovina, si ricorre provvisoriamente ai puntelli; quando una istituzione è marcia, si ricorre alle leggi. Le leggi circondate di tanta maestà dall'interesse di chi le manipola e le promulga; le leggi riverite e temute dalla moltitudine, che vede in esse le regole immortali della propria condotta e quasi tanti riflessi della volontà e della potenza divina, non sono per lo più che l'espressione del volere dei più forti a tutela e vantaggio proprio, a danno e spavento dei deboli; la così detta santità delle leggi non è spesso che la sanzione dell'astuzia o della violenza, la tutela del privilegio, la canonizzazione della vendetta. Un tempo si fece derivare il diritto, che altro non e in sostanza che la maschera della forza, dal seno stesso di Dio; più tardi s'inventò un diritto naturale, quasi che le leggi inculcate dai vincitori ai vinti fossero un riflesso delle leggi che governano l'universo, si trovò poi un ordine morale e un ordine giuridico, esistenti per sé e superiori alla vita umana nello spazio e nel tempo, quasi due metacosmi epicurei inviolati ed eterni, abitati da demiurghi misteriosi che movessero immoti l'organismo politico e morale entro un cerchio adamantino.
Si cominciò finalmente a sospettare che tutti questi ordini e sottordini, quando non servono di reti e di tranelli, siano metafisicherie d'intelletti barcollanti nell'ebrezza dell'orgoglio umano fuori della natura e del vero; che tutte le norme, credute immutabili ed immortali, siano anch'esse soggette ai mutamenti e alla morte, non solo per essere sostituite da altre più razionali e più giuste, ma per lasciar libero il campo a una concezione della natura e della storia scevra di tutto quel meccanismo, che la paura, la metafisica e l'ipocrisia umana hanno sovrapposto in ogni tempo alla realtà delle cose.
Il concetto dell'anarchia di un organismo cioè che si conserva e si perfeziona per virtù della propria natura, senza volontà esteriori a se stesso, senza altre leggi da quelle che risultano dal principio universale della vita; il concetto che desta tante apprensioni e tante paure al misoneismo borghese; il concetto che sarà nel campo sociale di così tarda e difficile applicazione, ha pure il suo riscontro e la sua giustificazione nella realtà dell'universo. La natura è intimamente anarchica. La mente umana, nonostante il perpetuo ciarlare d'infinità e d'eternità, è portata dalla sua stessa essenza a definire e circoscrivere le cose della natura nell'ambito ristretto della sua comprensione; e s'è fatto però della natura una macchina con forze e con fini determinati. Non sapendo poi spiegarsi il congegno molteplice di una tal macchina, e il come e perchè d'ogni sua operazione, e non potendo risalire la concatenazione infinita di cause e d'effetti, ha tutto riferito ad una causa soprannaturale, a un macchinista ogniscibile e onnipotente, che l'ha tratta dal nulla, l'ha costruita a suo modo e a suo capriccio, sottoponendone ogni moto alla sua volontà, e assegnando a ciascuna parte di essa una intelligenza e una forza regolatrice di ordine inferiore, soggetta al suo potere e alla sua intelligenza suprema. Così le gerarchie sociali furono, per uno strano sdoppiamento della mente umana, attribuite alla natura, e tutto l'universo divenne un'immensa antinomia di numi e di mortali, di sovrani e di soggetti, di oppressori e d'oppressi. Era riserbato alla concezione epicurea l'onore di liberare la natura e la storia d'ogni intervento di forze soprannaturali, e di riconnettere tutte le leggi dell'essere a quell'Ananke democritea, alla necessità cioè di tutte le manifestazioni della vita universale, che scientificamente corrisponde al determinismo moderno. Ma volendo Epicuro accordare questa intima necessità delle cose con la pretesa libertà delle umane azioni, ricorse a quella ingegnosa ipotesi del clinamen atomorum, che tanto diede da fare alla critica, ch'è una prova dell'armonia e della logica inflessibile della mente ordinatrice di quel sistema, ma che resterà pur sempre fra' ripieghi metafisici per ispiegare un fenomeno che ha perpetuamente lusingato la mente umana, facendola credere libera e quasi avulsa dalla universale fatalità. 
Molto più razionalmente avrebbero proceduto i filosofi, se invece di cercare la cagione del fenomeno, si fossero prima studiati di rendersi ragione del fenomeno stesso, e avessero sospettato uno dei tanti miraggi dell'umana superbia, là dove non vedevano che una realtà. La teoria atomistica di Democrito e di Leucippo, in quanto vede nella natura una concatenazione di cause e d'effetti senza interruzioni nè eccezioni di sorta alcuna, si può considerare in questo particolare come più scientifica dell'epicurea.
La nuova concezione dell'universo, non solo esclude ogni forza superiore ed estranea alla materia e ogni potenza e volontà regolatrice dei fenomeni della vita, ma tende a ridurre unicamente al moto, cioè alla forza intima dell'essere, tutte quelle che noi chiamiamo le leggi della natuta, e che non sono in sostanza che ipotesi più o meno felici, e modi convenzionali per intenderci intorno a certi gruppi di fenomeni e a certe costanti apparenze dell'essere nell'infinito. La gravitazione, l'attrazione, l'evoluzione, le leggi di Keplero, di Newton, di Darwin non sono che dei termini e delle regole ideali, a cui il pensiero scientifico cerca di ridurre le manifestazioni della vita universa. La legge vera, reale, universale, la legge unica che governa la vita è la vita stessa. Data la materia e il moto, tutte le combinazioni, le ripulsioni, gli aggruppamenti, gli organismi, i conflitti e le armonie che ne derivano, sono effetti necessarj; e noi diciamo ch'essi ubbidiscono a leggi speciali, in quanto che essi avvengono in un certo ambito e sotto date condizioni, e si riproducono e si ripetono perpetuamente. La pietra che cade, la fiamma che s'alza, gli astri che descrivono un cerchio o un'eclissi non ubbidiscono in realtà che alla propria natura; e se ubbidire a se stessi equivale ad esser liberi, tutte le manifestazioni della vita, non che gli effetti umani, son libere, non soggette cioè a forza alcuna al di fuori e al di sopra di sè. In questa concezione altamente anarchica della natura, a me sembra, coincidano e concordino i due concetti di necessità e di libertà, senza bisogno di ricorrere a ipotesi speciose e ad arzigogoli metafisici. Un seme gettato in terreno propizio germoglia, cresce, si dirama, stende libetamente le sue radici, spiega liberamente le sue foglie, s'abbella dei suoi fiori, s'insapora dei suoi frutti: esso si svolge pienamente, secondo le proprie forze: e in quanto non rova nella terra e nell'aria alcun ostacolo, noi possiamo ben dire che si svolge liberamente. La pianta però non ha facoltà di muoversi, di crescere all'ingiù, di recar fiori e frutti diversi di quelli che la sua natura comporta: in ciò essa segue la forza dell'esser suo, è quello che deve esser, soggiace alla necessità naturale. In questo senso ogni essere, ogni corpo, ogni atomo di materia è libero al tempo stesso e soggetto alla necessità: libero in quanto si muove senza ostacoli esteriori in un dato spazio; soggetto in quanto non può assolutamente valicare i limiti assegnati e di svolgersi o manifestarsi diversamente. La Natura, così intesa, ci appare come una infinità di atomi, di corpi, di esseri che si muovono nello spazio, ubbidendo ciascuno alla necessità dell'esser suo; come un insieme meraviglioso d'individui, che portati dalla propria forza, ch'è una specie di volontà di vivere, si aggregano, si agglomerano, uniscono i propri agli altrui moti, si accrescono e si circoscrivono a vicenda, formando quella varia, molteplice, infinita armonia di movimenti, da cui nasce la conservazione eterna della materia in uno scambio e in una equivalenza perpetua di forze.
Noi troviamo così nella natura l'esempio e la base di quella forza, che nel campo morale e sociale noi chiamiamo dell'egoismo e dell'individualismo, e ch'è come il nucleo e il fuoco centrale di tutte le attività, il principio da cui muove e il fine a cui tende ogni manifestazione del mondo fisico e del mondo morale; la ragione di quell'immensa armonia, che non risulta da norme e da leggi sovrapposte alle cose e prestabilite da forze e da volontà superiori, ma dalla libera estrinsecazione delle forze comuni confluenti tutte per necessità congenere alla conservazione e alla propagazione della vita nell'infinito. Osservate una madrepora. Milioni d'esseri microscopici lavorano, ciascuno per il proprio conto, senza un fine prestabilito, per legge intima, cioè per necessità della propria natura. Dalla necessaria e naturale coordinazione delle loro forze, dal libero esercizio dell'attività di ciascuno, limitata soltanto dall'esercizio dell'attività di tutti, risulta un lavoro armonico in cui è riposto il fine della loro vita e il loro relativo benessere. Questi infinitesimi lavoratori che costruiscono i continenti, che quali immensi cetacei si affacceranno dai mari e stenderanno i dorsi immani al sorriso fecondo del sole, non sono dissimili dagli astri, dai soli, dai mondi, come noi enfaticamente li chiamiamo: essi formano delle associazioni, dei sistemi: regolari, cioè, agglomerazioni di esseri attratti dalla simiglianza della loro natura ad unirsi in un lavoro comune per attingere attraverso i secoli il medesimo fine ch'è la conservazione e la propagazione della loro specie.


2
Il così detto consorzio civile non differisce da tutte le altre associazioni vitali che nel grado della consapevolezza individuale e sociale: la coscienza non è una qualità miracolosamente concessa agli uomini soli, ma è una stratificazione, non dissimile dalle formazioni geologiche, la quale ha le prime e più profonde e rudimentali manifestazioni negli infimi gradi della scala zoologica.
Quando si grida che per migliorare le condizioni umane bisogna conformare le nostre azioni alle così dette leggi della natura, non si considera probabilmente abbastanza, che la natura non conosce nè contiene altro in sè che individui, di cui ciascuno attende necessariamente al suo lavoro per attingere un fine ch'è comune a tutti gli altri esseri; e che per conformare le leggi sociali alle leggi della natura, bisogna anzi tutto disfarsi di tutte quelle leggi che, deviando con mille ostacoli la libera estrinsecazione della energia individuale, assoggettando alla forza e all'ambizione dei pochi le forze ed il diritto dei più, alzando limiti e fondando privilegj a tutela e a vantaggio unico dei più forti, distolgono il lavoro comune dal suo fine naturale, conculcano la libertà individuale, dimezzano l'umana personalità, fanno della società umana una vasta prigione, in cui i vinti, i poveri, i deboli sono costretti a lavorare sotto la sorveglianza crudele e a beneficio unico di pochi sfruttatori. Abolire tutto ciò che v'è di artificiale e di metafisico nella concezione della natura; di convenzionale e di falso nella morale, di privilegiato e d'iniquo nella società; liberare insomma la mente e la vita umana da tutte le catene, gli spauracchi e le ipocrisie, di cui l'hanno ingombrato l'ignoranza e la prepotenza, gl'impostori del tempio, della reggia e della scuola: a questo tende il pensiero scientifico-sociale moderno, che dalla conoscenza sempre più reale e positiva della natura riceverà mano mano un crescente irresistibile impulso. Il pensiero, come ha con immagine sublime cantato lo Shelley, è simile alla frana: esso s'accresce a poco a poco nel silenzio solenne delle grandi anime; ma appena si sferra dalle vette sublimi del genio, cresciuto dalle forze congiunte di tutta una generazione, esso precipita facendo rintronare di mille echi la valle e abbattendo e strascinando con sè tutti quegli ostacoli, che parvero inconcussi ed insormontabili.
Finora, tutto ha congiurato a snaturarci, a distoglierci dalla via del vero, dal seno stesso della natura, gittandoci dietro a fantasmi, e a larve senza soggetto, spingendoci, dopo d'averci accecati, nella notte mostruosa dell'infinito, sì che dopo d'avere brancolato per qualche tempo nel vuoto, ci siamo accasciati sotto il fardello della vita, come sotto il peso della maledizione materna. Abbiamo chiamato piangendo e bestemmiando nella tenebra inesorata il santo nome della natura; abbiamo sprecato le nostre forze giovanili in uno spasimo e in un contorcimento supremo dello spirito; ma la natura non risponde a fanciulli paurosi della notte e dell'eco della propria voce; e gli sforzi non ordinati ad un fine possibile sono condannati a disperdersi nel vuoto. L'educazione e la legislazione fondate su preconcetti e su pregiudizi metafisici, ci hanno reso artificiali, ipocriti, schiavi, e soprattutto miseri: essendo la miseria economica effetto della miseria delle anime, dell'ignoranza cioè del nostro stato e della nostra destinazione.
La libertà, nel significato e nelle funzioni che le abbiamo più sopra riconosciuti, è stata piuttosto l'incubo che la ispiratrice degli educatori e dei legislatori, i quali invece di renderci a noi stessi nella piena coscienza delle nostre forze e dei nostri fini, ci hanno circondati e costretti di fasce incerate, mummificandoci e seppellendoci sotto l'immenso cumulo dei loro errori; hanno reso, ciò che essi chiamano il nostro spirito, la parte più alta di noi una misera gatta impagliata con gli occhi di vetro e col naso di guttaperca. Hanno trattato l'uomo come un essere anomalo incapace di seguire da sè stesso (egli l'essere pensante e cosciente) quella via che la natura dischiude innanzi a tutti gli altri animali, e che tutti seguono spontaneamente; lo hanno distinto pomposamente da tutti gli altri esseri, ne hanno fatto il sovrano di tutti, ma arrogandosi il diritto di governare i menomi suoi atti, e interpretando quale contraria alla natura ogni manifestazione spontanea della sua libertà, gli hanno messo la camicia di forza dei loro assiomi, delle loro leggi. Gli esseri più artificali, più manchevoli e più ingannevoli, più scellerati insieme più vili si sono riputati i più savj, perchè più conformi all'esemplare e al tipo dell'uomo civile, proposto ed imposto al povero gregge umano da religioni stolte e da istituzioni codarde; si sono assunta la potatura degl'ingegni ribelli, il dimezzamento e lo smembramento della coscienza, l'umiliazione e la degradazione della parte più numerosa, più laboriosa, più utile e più onesta dell'umanità. E dopo la perpetrazione di tanti delitti, in nome dell'ordine, delle leggi, della civiltà e della giustizia, hanno osato ed osano parlare di natura, di scienza, di progredimento! Per tornare alla natura, per conformare alla scienza la vita, per avanzare nella via della giustizia e della fratellanza umana, bisogna cominciare dal mandare a gambe levate tutti questi istitutori e censori ed eviratoti del genere umano e fare un bel falò dei loro trattati di morale, di economia e di diritto, dei loro codici e delle loro istituzioni.

3
Quello che osserviamo nella natura e nella storia, si rispecchia assai fedelmente nelle manifestazioni dell'arte letteraria: non per nulla si dice che la letteratura è lo specchio della vita. Il prete, il birro, il pedante sono stati e sono purtroppo finora la triplice espressione della tirannide umana, la trinità eviratri-ce del pensiero, il triplice tormento dell'umana coscienza. Natura senza Dei; società senza padroni, letteratura senza pedanti ecco il triplice objetto della scienza, dell'arte e della vita civile dell'umanità. Ma non c'è liberazione senza rivoluzione. Il genio, ch'è il precursore d'ogni umana liberazione, è perciò stesso il perpetuo ribelle.
I Romani fecero del genio una divinità particolare, destinata alla tutela di ciascun mortale, e stimarono ch'egli nascesse e morisse con l'uomo: onde Orazio: Sit genius natale comes e quel che segue. Seneca, presentendo il cristianesimo, pone il genio fra le divinità inferiori, al contrario di Varrone che lo annovera fra' più potenti. Spettava alla religione delle catacombe il fulminare e confondere coi demonj questo indagatore indefesso e indomabile della natura, quest'autore d'ogni più profondo rinnovamento umano, questo ispiratore sublime d'ogni capolavoro dell'arte.
Comunque sia della vecchia mitologia e della nuova, il genio si distingue dall'ingegno in quanto che l'uno inventa, e rappresenta l'Ideale, l'altro lo comprende e lo studia; l'uno è la forza sintetica, la forza creatrice, l'altro la forza analitica, la paziente indagine, la virtù ordinatrice dei trovati dell'altro. Una maggiore o minor dose d'ingegno tutti gli uomini l'hanno; il genio è privilegio di pochi eletti. Esso fonde in una meravigliosa unità il senso, l'intelligenza e la volontà di coloro che investe; dirige ad un fine unico tutte le loro facoltà, a traverso gli ostacoli, le lotte, le sciagure, onde fu sempre fecondo agl'innovatori il terreno sociale, ingrassato dal privilegio e abbellito dall'ipocrisia; è veramente un demone, come Socrate lo chiamava, uno spirito familiare quale appariva al povero Torquato, un diavolo addosso come lo definiva il Voltaire, una forza altissima, spesso inconsapevole, ribelle sempre.
La nuova scienza borghese, impasto congruo, per lo più di vecchio e di nuovo materialismo, con guarnitura di cifre statistiche più o meno attendibili e impepato d'una spregiudicatezza molto aromatica e poco piccante, ha recentemente ridotto il genio a una malattia dell'anima, confinante da un lato con la follia e dall'altro con la delinquenza, a una psicosi congenere e degenerativa, che a tramontana ha il manicomio e a mezzogiorno l'ergastolo. Come si vede il salto dall'est deus in nobis è piuttosto considerevole; e le due prospettive del genio sono assai consolanti: forse per questo i genj si vanno facendo più rari! Certo la sensibilità e l'eccitabilità nervosa di questi esseri straordinarj, che noi qualifichiamo di genj ha qualcosa di morboso; certo alcuni abiti del corpo e dello spirito, alcuni atti ed espressioni di costoro si distinguono radicalmente da quelli del comune degli uomini; la loro ideazione è più rapida, più concitata, più varia; più violente le loro passioni; scontinuata ed irregolare la loro attività intellettuale; balzante da un estremo all'altro la loro volontà; più intensa, più acuta la loro vista interiore, più felice che in tutti gli altri la disposizione a cogliere i rapporti ideali delle cose; più scarsa, anzi quasi nulla, l'adattabilità alle circostanze della vita cotidiana: sordi alle voci squillanti delle Sirene plebee della ricchezza, degli onori del potere, essi sono sensibilissimi a cogliere le voci arcane delle cose, le armonie misteriose dell'essere, la pulsazione dell'anima infinita. Ma se questo costituisce una degenerazione, in verità, noi non c'intendiamo più sul significato delle parole e alto vorrà dire basso, ultimo significherà primo. Degenerazione è svolgimento in peggio, è tralignare, essere meno virtuoso dei genitori. Or se le manifestazioni del genio sono le più sublimi della mente umana, non s'intende davvero come a tanto possa giungere un essere degenerato. Non si vuol credere al genio-miracolo, e si attribuisce alla degenerazione la facoltà miracolosa di produrre le opere più perfette dell'ingegno umano! Il genio non è certamente un prodotto miracoloso della natura; ma esso non è neppure un prodotto che la natura stessa contraria e degrada, condannandolo alla sterilità, alla disperazione, e alla morte precoce. Si parla sul serio della sterilità, del celibato, della balbuzie, della calvizie (perfino della calvizie!), della morte prematura e della follia di alcuni uomini di genio, senza pensare, che, pure riducendo a questa superficiale e triviale osservazione di caratteri accidentali l'analisi del genio, per quanto la si possa lardellare di dati statistici, noi potremmo provare con le cifre alla mano, che questi tali genj sono eccezionali. [...].
Le neuropatie dunque a cui vanno soggetti gli uomini di genio, sono infermità comuni a una gran parte del genere umano, a tutti gl'individui di temperamento nervoso. Quando il Lombroso parla di genj degenerati, egli attribuisce ai genj soli parecchie infermità caratteristiche di tutta una classe umana. E mi pare inoltre ch'egli abbia, seguendo un suo costume di generalizzare il particolare, e di concludere troppo presto argomentando dal particolare al generale, ch'egli abbia, dico, avuto di mira non i genj veri, i grandi rinnovatori, cioè dell'ambiente morale e sociale, ma quel bulicame di spostati e di squilibrati, come ora comunemente si dicono, che del genio hanno l'apparenza, e qualche volta la pretenzione, ma che in sostanza non sono altro che stravaganti, inetti a qualunque serio lavoro, e incapaci di mettere le forze del loro ingegno e della loro volontà a servigio d'un alto e nobile ideale. Quest'ultima fase dellaciviltà borghese, a cui abbiamo la fortuna di assistere, malefi-cando sempre più le fonti dell'esistenza e indebolendo coi continui galvanismi d'una vita fittizia i poveri nervi di queste generazioni d'isterici, ha smisuratamente cresciuto il numero di questi detraqués, ciondolanti fra la carcere e il manicomio. Ma costoro hanno tanto del genio, quanto i frutti imbozzacchiti per gelo o magagnati dai vermi o dalla grandine, i quali cascano dal ramo prima di essere colti e si putrefanno tra' il fango, hanno dei frutti sani ed odorosi, che sorridono tra le foglie, allettando la mano che li colga e il palato che li gusti. I malati, i folli e qualche volta, purtroppo, i delinquenti sono propriamente costoro. Ma alla scienza borghese torna conto di metterli in fascio co' genj veri; perchè sa che il genio è destinato a cangiare a poco a poco la faccia di questo brago sociale, in cui vive ed ingrassa beatamente la prepotenza legale e la scientifica bacchettoneria; perchè essa sa che il genio è naturalmente ribelle. Fermiamoci alquanto su questo carattere sostanziale del genio.

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L'opera del genio, qualunque essa sia, è personale ed originale per eccellenza. Perchè un'opera sia originale, bisogna ch'essa, e per il concetto che l'informa, e per la maniera, onde tal concetto si esprime, esca dalle vie comuni, sia annunziando verità nuove, o guardando da un aspetto nuovo le già conosciute, sia rappresentando in maniera tutta propria le proprie o le altrui passioni, calpestando le regole fin allora credute sacre e varcando senza scrupoli quei termini, entro a cui la critica, cioè il pregiudizio imperante, pretendeva circoscrivere le manifestazioni dell'arte. Originalità dunque vuol dire ribellione. E il genio è essenzialmente ribelle: Voi gli tessete intorno una rete vulcanica di precetti, di assiomi, di leggi, ed egli la spezza e la sprezza, si forma e s'impone altre leggi, manda all'aria le forme sacramentali e i canali privilegiati in cui si vorrebbe gettare e far correre il pensiero creatore e ne crea altre che la critica si scalmanerà invano di inventariare, di classificare, di ridurre alle vecchie misure legali per allogarle finalmente nel suo casellario fuligginoso. Questa ribellione che manda a gambe levate tanti bachina a demiurghi, non crede inviolabile nessuna legge, ancor che consacrata dall'uso e dall'ubidienza universale. Egli ha la visione chiara d'un Ideale, e vuole raggiungerlo e incarnarlo: gli ostacoli che gli oppone la fede, la prepotenza, la critica non fanno che accrescere il suo desiderio e la sua forza: li affronta sorridendo con la noncuranza di un Dio; ed anche allora che più gli resistano, e già sembra che il suo vigore si franga in una lotta ineguale, anche quando soggiaccia alla loro resistenza brutale, la sua fronte s'illumina d'una soave speranza, perchè egli presente e prevede in quell'ora [...]* il suo trionfo immancabile nell'avvenire. Sì perchè il genio è il precursore del superuomo, l'annunziatore e l'apostolo dell'Ideale.
L'anarchia del genio, la libertà dell'opera d'arte, l'indipendenza assoluta di essa da tutti i canoni e le leggi d'una critica impotente e pretenziosa, ci porterà nei futuri discorsi a trattare le più vitali questioni dell'arte dal punto di vista sociologico, e a renderci conto dei capolavori della poesia italiana, considerati principalmente dall'aspetto estetico e sociale.
Il pensiero che mi persuade a presentarvi tali studi è di ridare all'insegnamento letterario quell'importanza filosofica, ch'esso ha generalmente perduto per opera d'una critica miope e meschina, che intesa unicamente a razzolar date ed aneddoti, ha perduto e fatto perdere di vista gl'intenti dell'arte e gl'ideali della vita; di rivendicare l'indipendenza del lavoro geniale dalle codificazioni della critica burbanzosa ed inetta; di richiamare finalmente l'attenzione e lo studio vostro, se pur mi sarà possibile sull'intima relazione tra' fenomeni artistici e sociali, considerando l'arte come il più nobile strumento delle conquiste civili, come un mezzo di simpatia e di carità universale, una facoltà di armonizzare, secondo la frase del Guyau, l'individuo umano al gran tutto, abbattendo nel campo estetico quelle barriere che la ragione ha da un pezzo abbattuto nel campo scientifico, e che l'azione concorde di tutti i lavoratori si accinge ad abbattere nel campo economico e sociale.
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* bibliografia
Prose, poesie e lettere postume a cura di Lorenzo Vigo-Fazio -1930
L'odio di Francesco Petrarca a cura di Mario Sipala - 1990





martedì 1 novembre 2011

Municipio di Catania - avviso di concorso - (Don Chisciotte 1881)

Tratto dal settimanale Don Chisciotte del 17.7.1881 n.23, fondato da Federico De Roberto

* AVVISO DI CONCORSO
Dovendosi procedere, ai termini degli articoli tot e tot della legge comunale e provinciale, alla fornitura di N. 15 personaggi automatici incaricati di scaldare le panche del Consiglio Comunale, la Giunta municipale ha deliberato di aprire il concorso fra gli aventi diritto alle seguenti condizioni:
a)  Di non avere una statura inferiore a quella dell' Assassore delegato.
b)  Di avere una costituzione fisica robusta ed una costituzione morale elastica, che permetta le transazioni e gli accordi, il tutto da accertarsi mediante visita medico-chirurgica-veterinaria.
c) Di sapere leggere e scrivere correttamente e le prime operazioni dell'abaco. La mancanza della presente condizione, non costituisce motivo di nullità.
d) Di essere nati e domiciliati in Catania. Occorrendo si può essere nati e domiciliati anche fuori senza che per questo non si possano difendere gl' interessi cittadini.
e)  A parità di condizioni saranno preferiti i celibi, i parenti degli assessori, i più alti di statura e coloro che provengono dall' arma dei Carabinieri reali.
I candidati debbono stendere formale domanda in carta libera, corredata dei seguenti documenti:
1.  Fede di nascita.
2.  Certificato medico comprovante la completa dentizione.
3.  Licenza della 2 classe elementare.
4.  Fede comprovante di avere sostenute o provocate cause contro il Municipio.
5.  Dichiarazione di adesione alle opinioni dell' Amministrazione.
Alle ore 15 , 72 estra meridiane del giorno stabilito i concorrenti dovranno trovarsi presenti in quest' Ufficio municipale, per subire gli esami e la visita medica.
Se saranno trovati idonei, si darà loro l'appoggio delle guardie di città e degli accalappiacani, ed occorrendo quello delle guardie di questura, dietro consenso della superiore autorità prefettizia.-
I nuovi ammessi si assoggetteranno ad un esperimento di sei mesi, dopo di che, se nulla sarà trovato in contrario, saranno assoldati definitivamente, a norma del Regolamento.
Catania, 32 Quinquembre, 0881.
PEL  SINDACO
COMMENDATORE CALI. 
Il Segretario particolare
Don Chisciotte