Francesco Paolo Frontini (Catania, 6 agosto 1860 – Catania, 26 luglio 1939) è stato un compositore, musicologo e direttore d'orchestra italiano.

«Bisogna far conoscere interamente la vera, la grande anima della nostra terra.
La responsabilità maggiore di questa missione dobbiamo sentirla noi musicisti perchè soltanto nella musica e nel canto noi siciliani sappiamo stemperare il nostro vero sentimento. Ricordatelo». F.P. Frontini

Dedicato al mio bisnonno F. P. Frontini, Maestro di vita. Pietro Rizzo

mercoledì 4 aprile 2012

Luigi Gualdo - «scapigliato gentiluomo»









OBLIO ! melodia di Francesco Paolo Frontini, versi di Luigi Gualdo - 1879


La mia tristezza

è indefinita

Error di Dio
mi par la vita
E intanto il ritmo
campestre e folle
Là su quel colle
s'ode echeggiar
Là su quel colle
tentar l'oblio
Della tempesta
del viver mio
Veglio tra il gajo
danzar che ignora
Il mal che ognora
ne può arrecar
La mia tristezza
è indefinita
Error di Dio
mi par la vita.


***


Nasce a Milano il 9 febbraio 1844, figlio di Alessandro, proprietario terriero, e Bianca Taccioli. L'agiatezza della famiglia gli consente di dedicarsi agli studi, con frequenti soggiorni in Francia sin da ragazzo. Dopo il diploma liceale, si iscrive all'Università di Pavia, dove studia Diritto. Intanto incomincia a frequentare i salotti della Contessa Maffei e di donna Vittoria Cima e a collaborare con le riviste letterarie, scrivendo poesie, novelle e, dal 1871, anche romanzi. Conosce gli Scapigliati Praga, Boito, Camerana, ai quali tra l'altro dedicherà delle poesie. Vive tra Milano, Varese e Parigi, dedicandosi liberamente alla letteratura e alla vita mondana, senza aver bisogno di lavorare in maniera continuativa.
Nella capitale francese conosce Théophile Gautier, Heredia, Bourget, Mallarmé, Coppée (del quale traduce in italiano Deux douleurs, Due dolori, 1872) e frequenta Eleonora Duse, dei cui successi informa per lettera l'amico Boito. Questi suoi contatti lo pongono, in quegli anni, quale importante elemento di collegamento tra la cultura francese e quella milanese. Inoltre fa conoscere in Francia i romanzi di Verga, promuovendo la traduzione in francese di Eva e dei Malavoglia.
Intellettuale cosmopolita, dotto e raffinato, scrive direttamente in francese due romanzi, Une ressem-blance (1874) e Une mariage excentrique (1879). In italiano sono invece i romanzi di tematica psicologica e di gusto decadente Costanza Gerardi (1871) e Decadenza (1892), oltre alla raccolta delle Novelle (1868 e, ed. accresciuta, 1877). Un volume di poesie viene pubblicato nel 1883 con il titolo Le nostalgie.Sempre in Francia Luigi Gualdo si era legato sentimentalmente alla russa Anna Stolpowskoy, che gli sarà vicina negli anni della malattia, fino alla morte, avvenuta a Parigi nel 1898.
Piero Nardi (1942:359) definisce Luigi Gualdo come «scapigliato gentiluomo», appartenente cioè a quella «Scapigliatura dorata» che non conosce gli stenti e le difficoltà, materiali e morali, degli altri bohémiens. Di «gusto parnassiano innegabile» e di «inguaribile» tendenza al pessimismo parla Renata Lollo (1989: 8 e 13). Tale pessimismo esistenziale, unito a un certo relativismo filosofico, si manifesta «nella predilezione per i temi romantici vita-morte, amore-morte, vita-arte, nelle note funebri e sepolcrali di stampo scapigliato e nel rifugiarsi, da un lato, nella "nostalgia", in quel moto dell'animo che tende a salvare, trasferendole al presente, le cose passate e perdute [...], dall'altro nella bellezza e nell'armonia dell'arte, che, sola, permette di superare i dissidi e i mali dell'esistenza» (Palli Baroni 2000:269). da quelle proposte da un Praga o da un Boito: la difficoltà di sopravvivenza per la poesia nella società borghese, un nucleo di contraddizioni morali irrisolte, l'impossibilità dell'amore, la costruzione di una figura femminile inattingibile nella sua fredda perfezione» (Crotti-Ricorda 1992:84). Nonostante il severo giudizio di Croce - il quale aveva parlato di «incapacità plasmatrice» (Croce 1957:126), rilevando una forma «affatto inadeguata alla concezione» {ibi: 125) - la poesia di Gualdo appare stilisticamente piuttosto raffinata e non priva di una certa capacità di suggestione, interessante anello di congiunzione tra il gusto scapigliato e la nuova sensibilità decadente.
***


La terra è un punto in mezzo al firmamento
tra una polve di soli astro ignorato: 
atomo è l'uomo ignaro del suo fato, 
che appena nato è spento.

Così pensiam nelle ore solitarie 
quando è di noi signor solo il pensiero, 
quando cerchiam senza fralezza il vero 
e scrutiam l'invisibile -

Ma allor che avvinti da due bianche braccia 
nella festa dei sensi appare il vero 
e ne sembra si fonda ogni mistero 
nel mistero d'un bacio,

sentiam che vasto più del vasto cielo 
e più forte del fato Amore impera, 
che l'uomo è il re per cui vediam, la sera, 
steso il sidereo velo.


(2. polve: «polvere», infinita quantità. 7. fralezza: «fragilità», alla ricerca di facili consolazioni.
9. avvinti: «stretti». 11. ne: «ci». 14. impera: «signoreggia». 16. il sidereo velo: «la volta celeste»)

La Poesia scapigliata - a cura di Roberto Carnero 

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Roma : [s.n.], 1865 (Roma : Stabilimento tipografico)


Paris : Alphonse Lemerre, 1874

Torino : V. Bona, 1868


Milano : Fratelli Treves, 1875



Milano : Fratelli Treves, 1877

Paris : Alphonse Lemerre, 1879

Torino : F. Casanova, 1883